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Angolo Bellerofonte

C’è un pasticcio? Mi ci impiccio: il conflitto normativo con Roma nel teatrino delle nomine nella Sanità

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Alto Adige, ultima frontiera.

Questi sono i viaggi di Bellerofonte che a bordo della sua tastiera alata, vi porterà nell’Eden altoatesino ad assaporare il gusto sublime della mela della Conoscenza e del Sapere, lì dove scorre risolatte e miele, lì dove tutto prende forma in un’armonia di colori e di sapori tranne che per la Sanità.

Per quella pare non ci siano miracoli.



Come può la sanità in Alto Adige funzionare bene e soddisfare le aspettative dell’utenza se chi decide la direzione sanitaria non rispetta le normative vigenti o peggio, piega le normative secondo le proprie necessità?

In questi giorni nei palazzi della politica locale c’è grande eccitazione: a breve ci sarà l’insediamento del nuovo Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria altoatesina ma l’aria è tutt’altro che distesa.

Il dott. Florian Zerzer sarà il nuovo DG, la sua nomina è stata ratificata in Giunta Provinciale dopo la selezione avvenuta presso la commissione esaminatrice nominata con decreto del presidente della provincia n. 12118/2018; ciò avrebbe dovuto mettere a tacere tutti i malumori manifestatisi dopo il licenziamento dell’ex DG Thomas Schael, dovuto a un’incolmabile divergenza di opinioni con l’amministrazione provinciale.

Pare che per la Sanità i giorni di pace siano ancora lontani: come per il licenziamento di Schael, avvenuto con una “personale interpretazione” delle normative vigenti, anche la nomina del nuovo DG sembra avere degli insanabili vizi di forma.

Vediamo.

Atto Primo: nomina della Commissione Selezionatrice.

In ogni decreto emesso dal Presidente della Provincia, e al fine di procedere alla nomina della nuova commissione che selezionerà il candidato alla carica di DG, vanno richiamati tutti i riferimenti di legge vigenti per legittimare il decreto medesimo.

In primis viene richiamata la Legge Nazionale di pertinenza e poi le leggi provinciali ad integrazione della legge nazionale. La normativa nazionale di riferimento è il Decreto Legislativo 171/2016 “Attuazione della delega di cui all’articolo 11, comma 1, lettera p), della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di dirigenza sanitaria”.

Il decreto che nomina la commissione esaminatrice richiama espressamente l’art. 2 della normativa nazionale, successivamente la Legge Provinciale 3/2017 e poi il decreto del presidente della provincia 27/2017. Come detto sopra, le normative di richiamo sono tra loro a sostegno e complementari della direttiva nazionale.

L’art. 4 della legge provinciale 27/2017 e la legge provinciale 6/1991, stabiliscono le modalità di selezione dei componenti della commissione, le professionalità e le esperienze comprovate, il periodo di carica e la remunerazione economica per il servizio.

Anche l’art. 2 del D. Lgs. 171/2016, la normativa madre, prevede espressamente le modalità di selezione della commissione; strano che le normative provinciali che dovevano essere a supporto e complemento della normativa nazionale, divergano da essa!

La norma provinciale prevede che la commissione sia composta da un numero dispari di componenti, i quali devono essere esperti indipendenti distintisi per competenza professionale e che la stessa commissione abbia una durata di tre anni, sulla cui base viene riconosciuta un’indennità economica.

Chiariamo subito un punto: quando si richiede espressamente un esperto indipendente, l’unico intendimento va a un esperto in campo sanitario che non sia alle dipendenze della Provincia. Perciò, sarebbero da ritenersi incompatibili nonché illegittime le nomine di Eros Magnago in qualità di presidente della commissione nonché segretario generale della provincia e quella di Laura Schrott, in qualità di membro nonché direttrice ripartizione salute della medesima provincia.

Per quanto riguarda poi gli altri due membri della commissione (Christian Tanner, vice direttore generale della Federazione Raiffeisen che si occupa di cooperative, e Johanna Vaja, direttrice della ripartizione personale della Alperia, società che gestisce l’energia in Alto Adige), per entrambi non si intravede una connessione con la disciplina sanitaria oggetto della selezione.

Ma andiamo oltre.

Rileggendo l’art. 2 della normativa nazionale richiamata per prima nel decreto, vedremo che i requisiti per essere membro della commissione sono totalmente divergenti da quanto previsto dalle norme provinciali, difatti “La valutazione dei candidati per titoli e colloquio viene effettuata da una commissione regionale, anche tenendo conto di eventuali provvedimenti di accertamento della violazione degli obblighi in materia di trasparenza.

La commissione, composta da esperti, indicati da qualificate istituzioni scientifiche indipendenti che non si trovino in situazioni di conflitto d’interessi, di cui uno designato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGE.NA. S.S.), e uno dalla regione, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.

Che pasticcio! Ed eccolo:

Il decreto si appoggia su due norme totalmente divergenti tra loro, la commissione non è indipendente e
per due dei membri, chiaramente non competente in ambito sanitario; oltretutto riconosce una remunerazione economica che va a gravare sulle tasche dei contribuenti, nonostante il decreto nazionale stabilisca che questo servizio deve essere gratuito.

Atto Secondo: nomina del Direttore Generale.

L’art. 1 del D. Lgs. 171/2016 dispone l’istituzione dell’elenco nazionale dei soggetti idonei alla nomina di direttore generale delle aziende sanitarie locali, delle aziende ospedaliere e degli altri enti del Servizio sanitario nazionale; l’art. 2 della medesima normativa stabilisce che “le regioni nominano direttori generali esclusivamente gli iscritti all’elenco nazionale dei direttori generali di cui all’articolo 1”.

Ma Florian Zerzer non è presente nell’elenco nazionale, come si evince dall’ultimo elenco aggiornato al 27 settembre e visionabile sul sito internet della Sanità, perché pare non in possesso dei requisiti legali richiesti per l’iscrizione.

E allora, da dove proviene la candidatura di Zerzer? Il neo DG risulta invece essere iscritto all’Albo istituito presso la Ripartizione Salute della Provincia di Bolzano (art. 8 Legge provinciale 3/2017) ed è da questo albo che la commissione esaminatrice ha estratto i candidati per la carica di DG. In questo albo è presente anche Thomas Schael, esaminato e successivamente scartato.

Riepilogando, la normativa nazionale prevede esclusivamente che il candidato venga selezionato dall’elenco istituito presso il Ministero della Salute mentre la commissione sceglie i suoi candidati dall’elenco istituito presso la Provincia.

La commissione ha violato la legge? Può una legge provinciale seppur vigente in una autonomia come quella altoatesina, prevalere sulla legge nazionale? E se fosse così, per quale motivo viene richiamata espressamente la legge nazionale in un atto provinciale?

A queste domande Bellerofonte proverà a dare una risposta.

La normativa nazionale, in quanto tale, prevale su tutte le altre normative, siano esse regionali, provinciali o comunali.

C’è da aggiungere un piccolo ma significativo aneddoto a tutto ciò: nell’accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, pare che la provincia abbia sottoscritto quanto stabilito dalla normativa, purché i candidati iscritti all’albo nazionale, per quanto concerne la selezione per Bolzano, siano in possesso del patentino di bilinguismo.

L’Amministrazione Provinciale si è impegnata a rispettare l’accordo sottoscritto.

Qui siamo in pieno conflitto normativo e non in un banale qui pro quo: a Roma si sottoscrive un accordo che poi viene disatteso in Alto Adige, si nomina un nuovo direttore che se vogliamo dirla tutta, nella precedente selezione provinciale del 2015, era stato escluso proprio perché non aveva tutti i requisiti richiesti, gli stessi dell’albo nazionale.

Il pasticcio Schael si sta ritorcendo come un boomerang tra le mani dell’amministrazione provinciale, dove stavolta neanche un contrito mea culpa, mea maxima culpa sarà sufficiente a calmare la cittadinanza, già con la matita in mano e in pieno assetto elettorale.

Opera tragica in due atti, libretto di Bellerofonte. Alla prossima.

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