Alto Adige
Intervento di chirurgia valvolare all’Ospedale di Bolzano
Conferenza stampa in occasione della centesima protesi di valvola cardiaca: In passato, le persone con un forte restringimento della valvola aortica, dovevano sottoporsi a un intervento chirurgico a cuore aperto, con tutti i rischi connessi. Per eseguire interventi di questa complessità, le/i pazienti dovevano rivolgersi a cliniche nelle regioni limitrofe o all’estero.
Da poco più di due anni, la tecnica mininvasiva “TAVI” viene offerta anche all’Ospedale provinciale di Bolzano: con il cosiddetto “impianto trans-catetere della valvola aortica” la sostituzione di tale valvola è possibile attraverso i vasi inguinali e senza aprire il torace. La procedura è molto più delicata rispetto a un’operazione cardiaca invasiva con l’utilizzo del macchinario cuore-polmoni.
Oggi (11 novembre 2022) all’Ospedale di Bolzano è stata impiantata la centesima valvola cardiaca protesica; l’équipe, guidata dai Primari Rainer Oberhollenzer (Cardiologia), Marc Kaufmann (Anestesia e Terapia Intensiva) e Reinhold Perkmann (Chirurgia Vascolare e Toracica) insieme al dott. Giuseppe Petrilli, collega cardiochirurgo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona, ha presentato questa tecnica in occasione di una conferenza stampa.
Il Direttore generale Florian Zerzer ha reso omaggio a tutto il team: “Sono molto orgoglioso che queste complesse prestazioni mediche siano ora possibili in Alto Adige, anche grazie alla collaborazione con l’Ospedale Universitario di Verona. Un vantaggio per i nostri e le nostre pazienti, ma anche per noi come datore di lavoro: dopo tutto, questo aumento di competenze significa maggiore attrattività”.
Il Primario del reparto di Cardiologia dell’ospedale di Bolzano Rainer Oberhollenzer ha descritto brevemente l’operazione e ha utilizzato dei filmati per mostrare questa procedura. “In questo modo ai nostri e alle nostre pazienti, che per lo più soffrono di una stenosi della valvola aortica di grado elevato e che hanno in media più di 80 anni, possiamo evitare un intervento chirurgico al cuore. Interventi di questo tipo richiedono sempre la collaborazione con specialisti in cardiochirurgia e devo dire che in questo ambito la collaborazione con Verona funziona molto bene – stiamo già lavorando per ampliare la nostra offerta di cardiochirurgia all’Ospedale provinciale di Bolzano“.
La procedura viene eseguita di regola in anestesia generale con l’inserimento di un catetere nell’inguine del paziente che, controllato tramite ultrasuoni, raggiunge il cuore. Non appena viene raggiunta la posizione anatomicamente corretta, vi viene trasportata la protesi valvolare artificiale “ripiegata” per renderla sufficientemente piccola.
Questa si dispiega nel punto desiderato e da quel momento in poi assume il ruolo normalmente svolto dalla valvola cardiaca danneggiata: “Il momento giusto per l’intervento chirurgico è quando la valvola non riesce più ad aprirsi correttamente e il paziente lamenta un forte calo delle prestazioni, spesso accompagnato da mancanza di respiro o addirittura dolore, perché il muscolo cardiaco deve lavorare di più. Non appena la protesi valvolare viene inserita, i pazienti provano un grande sollievo, di solito possono lasciare l’ospedale già dopo 2 giorni“, spiega Oberhollenzer. Qui l’intervista.
Il Primario di Anestesia e Terapia Intensiva Marc Kaufmann ha messo in evidenza le speciali competenze cardio-anestesiologiche, e la successiva assistenza nell’Unità di Terapia Intensiva provinciale, che un intervento del genere richiede. Il collettivo di pazienti in sé e la natura dell’intervento rappresentano una grande sfida per l’équipe di anestesia, ma allo stesso tempo un ambiente di lavoro interdisciplinare molto stimolante.
“Il programma ECMO (‘piccola macchina cuore-polmoni’ per la sostituzione temporanea della funzione polmonare e/o circolatoria) istituito durante la pandemia presso l’Ospedale provinciale di Bolzano, è un prerequisito essenziale per questi interventi cardiaci“.
La sicurezza è la priorità assoluta e per questo, ha spiegato il Primario di Chirurgia Vascolare e Toracica dell’ospedale di Bolzano, Reinhold Perkmann, è necessaria anche la presenza di un esperto di chirurgia vascolare: “Siccome l’intervento viene eseguito con strumenti sottili come un dito attraverso i vasi inguinali, le relative complicazioni, come ad esempio una forte perdita di sangue, possono verificarsi in qualsiasi momento, la presenza del chirurgo vascolare insieme all’équipe chirurgica è assolutamente necessaria“.
Infine, un elogio, ma questa volta da parte di un medico di fuori provincia: “Da quando offriamo questo tipo di procedura, in collaborazione con gli specialisti e le specialiste di Bolzano, abbiamo avuto solo esperienze molto positive. Qui a Bolzano abbiamo incontrato operatori e operatrici altamente specializzati/e, in grado di offrire una cardio-anestesia nonché una cardiologia interventistica di altissimo livello. Sono molto contento che il servizio sanitario pubblico stia dimostrando quanto bene possa funzionare la medicina d’avanguardia“, ha affermato Giuseppe Petrilli, cardiochirurgo di Verona.
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