Economia e Finanza
Stop al taglio delle accise, pieno più caro di 18 centesimi al litro. Aumenta anche il pedaggio in autostrda
Già dal 1° dicembre il governo aveva deciso per il dimezzamento del taglio delle accise sui carburanti, scendendo a 18 centesimi, anziché i 30 centesimi previsti dal Governo Draghi. Il 31 dicembre, il provvedimento introdotto per calmierare il costo di benzina, gasolio e gpl è arrivato alla sua fine. L’intenzione del governo fin dall’inizio è stata piuttosto chiara: non aiutare a pioggia tutti i cittadini, ma solo le fasce più deboli.
Nonostante la decisione sullo stop delle accise non sia stata vista di buon occhio, è vero che i prezzi di diesel e benzina nelle ultime settimane sono scesi notevolmente. Stando a quanto riporta il ministero dell’Ambiente, tra il 19 e il 25 dicembre la verde è arrivata a 1, 625 euro/litro, mentre il diesel a 1,689 euro/litro.
Riguardo agli aumenti, una prima stima del Codacons prevede che il rincaro del prezzo dei carburanti comporterà una spesa di 9,15 euro in più per un pieno, ed una spesa complessiva su base annua di 219,6 euro in più.
Chiaramente, la decisione ha provocato non pochi malumori tra le associazioni dei consumatori, anche perché oltre al rincaro diretto per i cittadini si dovrà fare i conti anche con l’aumento generale del costo del trasporto su gomma.
Infatti, con l’inizio del 2023 gli automobilisti si troveranno a fare i conti anche con gli aumenti dei pedaggi delle autostrade. I pedaggi sulle arterie di competenza di Autostrade per l’Italia da ieri 1° gennaio, sono aumentati del 2%, a cui si aggiungerà un altro 1,34% dal primo luglio 2023.
Questo, l’annuncio pubblicato da una nota del Ministero nella quale il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Salvini, spiega che si rischiava “un aumento che sfiorava il 5% che è stato scongiurato” e che nel nostro Paese, gli incrementi sulle tratte interessate è inferiore all’inflazione“.
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