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Morto Silvio Berlusconi, l’uomo che ha cambiato le abitudini degli italiani

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Si è spento oggi, 12 giugno, all’età di 86 anni Silvio Berlusconi. Le sue condizioni si sono improvvisamente aggravate dopo che l’ex premier era entrato nella struttura venerdì scorso per essere sottoposto ad “accertamenti programmati” legati alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffre da tempo. 

Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi si è spento questa mattina alle 9:30 all’ospedale San Raffaele di Milano. Tutti i figli di Silvio Berlusconi, tranne l’ultimogenito Luigi, sono arrivati all’ospedale San Raffaele di Milano dove il leader di Forza Italia era stato di nuovo ricoverato da venerdi.

Imprenditore e presidente del Consiglio per quattro governi, la figura di Berlusconi ha polarizzato e plasmato la politica italiana fin dall’annuncio della discesa in campo.

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Ripercorrere la sua carriera politica significa attraversare la storia del Paese degli ultimi 30 anni: nessun leader ha segnato così profondamente il dibattito pubblico su argomenti che vanno oltre le ideologie politiche e gli schieramenti partitici. È stato l’uomo che ha cambiato le abitudini degli italiani. Senza di lui probabilmente vedremo ancora e solo i 3 canali della rai. 

Il “personaggio” Berlusconi ha influenzato il costume della società italiana con la sua presenza mediatica, ha cambiato le regole dell’informazione e dell’intrattenimento con il suo impero televisivo, è stato protagonista di successi sportivi internazionali con il suo Milan portando i rossoneri sul tetto del mondo. 

E tanto altro. Berlusconi è conosciuto con il soprannome “il Cavaliere” per l’onorificenza dell’ordine al merito del lavoro ricevuta nel 1977.

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Berlusconi è nato a Milano il 29 settembre del 1936, figlio di Luigi Berlusconi, impiegato e poi dirigente della Banca Rasini, un piccolo istituto di credito di Milano, e di Rosa Bossi. Berlusconi ha una sorella, Maria Antonietta, e un fratello, Paolo.

Cresciuto nel quartiere milanese di Isola, si è diplomato in un istituto religioso e ha ottenuto la laurea in giurisprudenza all’Università degli studi di Milano. Dopo aver svolto una variegata serie di lavori – cantante di piano bar, animatore sulle navi da crociera, venditore porta a porta e agente immobiliare – nei primi anni Sessanta Berlusconi diventa un imprenditore delle costruzioni, anche grazie a un finanziamento della Banca Rasini nella quale lavorava il padre.

Sono gli anni del boom economico e Berlusconi ottiene numerosi successi. Nel 1977, il presidente della Repubblica Giovanni Leone lo nomina Cavaliere del lavoro per la sua attività edilizia. Il giornalista Gianni Brera, anni dopo, trasformerà “il cavaliere” nel suo soprannome più utilizzato.

Il suo più grande progetto in quegli anni è la costruzione di Milano 2, un quartiere residenziale nella periferia nord orientale di Milano, progettato in base a criteri moderni, con piste ciclabili e spazi verdi.

All’interno di Milano 2 opera Telemilanocavo, un canale di servizio che trasmette film, programmi di informazione e di servizio per gli abitanti del complesso. Nel 1976, Berlusconi acquista il piccolo network e inizia a costruire quello che diventerà in pochi anni il più grande gruppo mediatico privato in Italia, controllato tramite la finanziaria Fininvest, fondata nel 1978.

L’impero di Berlusconi comprende quotidiani, riviste, case editrici, squadre di calcio, quote di banche e assicurazioni, ma il cuore del suo successo sono le televisioni del gruppo Mediaset che Berlusconi forma tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, aggiungendo a Telemilano, ribattezzata Canale 5, anche Rete Quattro e Italia Uno.

Il successo arriva anche grazie all’appoggio della politica. Con l’aiuto del suo alleato Bettino Craxi, allora segretario del Partito socialista italiano, Berlusconi riesce a rompere il monopolio della televisione pubblica Rai e a ottenere condizioni legislative favorevoli per le sue reti. La più importante di queste leggi, la controversa legge Mammì, porta a una serie di dimissioni di ministri nell’allora governo, tra cui quella del ministro dell’Istruzione, l’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Negli anni Ottanta e Novanta, le televisioni di Berlusconi ottengono un enorme successo di pubblico. Mentre la Rai appare sempre più rigida e anacronistica, Berlusconi recluta i conduttori più popolari, trasmette telefilm americani e strizza l’occhio al pubblico maschile con programmi scollacciati e ammiccanti. Il successo è tale che Berlusconi apre reti televisive in Francia, Germania e Spagna (solo la spagnola Telecinco sopravvive ancora oggi). Gli effetti della rivoluzione televisiva berlusconiana sulla cultura di massa italiana sono tutt’ora discussi da sociologi ed esperti di mass media.

In tutto, Berlusconi è stato sottoposto a dozzine di procedimenti giudiziari, legati alla sua attività imprenditoriale, a quella politica e alla sua vita privata. I suoi problemi con la legge sono stati un tema centrale della sua attività politica.

La gran parte dei procedimenti si sono conclusi con assoluzioni e prescrizioni, ma nel 2013 è stato condannato in via definitiva per evasione fiscale. Berlusconi ha dovuto effettuare lavori socialmente utili e la sentenza ha portato alla sua decadenza da senatore.

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