Italia ed estero
Saluti romani, croci celtiche e PD: il paradosso della commemorazione
In formazione militare, i partecipanti hanno commemorato i “camerati caduti”gesto del “presente” e il saluto romano. Questo rituale ha avuto luogo, come sempre lo scorso 7 gennaio del 2024 davanti alla storica sede del Movimento Sociale Italiano in via Acca Larentia a Roma, provocando un acceso dibattito politico.
Alla ricerca di una miccia: il panorama del neofascismo in Italia come avviene ogni anno, militanti di estrema destra e nostalgici del fascismo si sono riuniti per ricordare la strage del 1978, durante la quale persero la vita Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni. Le prime due vittime furono causate dagli antagonisti dell’estrema sinistra, mentre il terzo morì negli scontri con le forze dell’ordine. Quest’anno, la partecipazione è stata particolarmente numerosa, forse influenzata dal “vento sovranista” diffuso in tutto l’Occidente e dal governo “amico”, rappresentato durante la cerimonia dal vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli. Le immagini dell’evento, che sembrano provenire da un cinegiornale del secolo scorso, hanno suscitato reazioni intense nel dibattito politico.
Il paradosso quest’anno però, è piuttosto evidente: Alla commemorazione avrebbero partecipato anche Sandro Ruotolo, responsabile comunicazione del Partito Democratico, sottolineando il contrasto con la situazione in Germania, dove il saluto romano è soggetto a arresto. Il Partito Democratico ha annunciato l’intenzione di chiedere al ministro dell’Interno di riferire in Parlamento e di chiedere lo scioglimento delle organizzazioni neofasciste, richiesta supportata anche da Azione e altri esponenti politici.
La presenza delle istituzioni è evidenziata dalla partecipazione di Miguel Gotor, assessore alla Cultura del Comune di Roma, Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, e Roberta Angelilli, vicepresidente della stessa regione, ha sollevato polemiche. Emanuela Droghei, consigliera regionale del Partito Democratico, ha criticato la presenza istituzionale in un contesto che vede la commemorazione sovrapporsi alle manifestazioni neofasciste. La replica di Rocca è stata ferma, negando qualsiasi appoggio istituzionale alle adunate fasciste e sottolineando l’intento di commemorare le vittime degli anni di piombo.
Le polemiche proseguono, con il silenzio della premier Giorgia Meloni che suscita ulteriori interrogativi. Il Partito Democratico ha presentato un’interrogazione parlamentare chiedendo spiegazioni sulla presenza delle istituzioni e sulle manifestazioni neofasciste, richiamando disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana e la legge Scelba che vieta la riorganizzazione del partito fascista e punisce l’apologia del fascismo. Elly Schlein e altri esponenti politici criticano la mancanza di condanne da parte del governo e invitano il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a chiarire la situazione.
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