Bolzano
Acciaierie Valbruna, allarme dai sindacati: “Rischio spegnimento forni, servono certezze sul futuro di Bolzano e Vicenza”
Delusione, preoccupazione e richiesta di intervento immediato: sono questi i sentimenti emersi al termine dell’incontro al MIMIT tra i rappresentanti del governo, delle istituzioni locali e dei vertici di Acciaierie Valbruna. A denunciarlo, con toni duri, sono stati i segretari della Uilm Guglielmo Gambardella, Carlo Biasin e Giuseppe Pelella, che hanno definito il confronto “deludente” e privo di risposte concrete sul destino degli stabilimenti di Bolzano e Vicenza.
Al centro della contestazione sindacale c’è la gestione della concessione del diritto di superficie dello stabilimento altoatesino, con la pubblicazione di un bando giudicato inappropriato e affrettato. “Non abbiamo compreso l’urgenza dell’emissione, prima dell’incontro odierno, del bando di gara”, hanno dichiarato i tre esponenti della Uilm, evidenziando anche “l’assenza della determinazione della strategicità del sito e l’insufficiente punteggio attribuito alla continuità dell’attività siderurgica”.
Un errore politico, secondo i sindacati, che rischia di compromettere il futuro di 500 dipendenti a Bolzano e di altri 1.200 a Vicenza, stabilimento strettamente connesso a quello sudtirolese. “È palese che la costruzione della procedura della gara ha seguito indicazioni politiche locali che non hanno tenuto in considerazione il valore industriale ed economico del sito e l’importanza del mantenimento della qualità dell’occupazione. Un vero pasticcio” è l’accusa mossa dai rappresentanti Uilm.
A gettare benzina sul fuoco, le parole dell’amministratore delegato Amenduni, che ha paventato scenari drammatici: “possibile spegnimento dei forni alla scadenza della procedura il 15 gennaio 2026, sospensione degli investimenti e chiusura per la presa in carico di altri ordini”. Conseguenze che, secondo il sindacato, “avranno ricadute anche per il sito di Vicenza”.
La Uilm alza dunque la voce e chiede un cambio di rotta immediato, anche alla luce dell’avvio della verifica sull’applicazione della Golden Power, giudicata insufficiente a garantire la tutela degli impianti. “Non possiamo tenere col fiato sospeso per i prossimi quattro mesi i lavoratori in attesa di conoscere il loro destino”, è l’allarme lanciato dai segretari.
La proposta dei sindacati è chiara: “Abbiamo quindi chiesto al ministro Urso di congelare la procedura per avere il tempo di effettuare ulteriori verifiche sulla necessità del bando di gara oppure, in alternativa, una modifica dello stesso che consenta di acquisire la certezza della continuità delle attuali attività siderurgiche”. E, se necessario, un intervento legislativo del governo per salvaguardare uno dei poli industriali più importanti del Paese.
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