Trentino
Eredità milionaria a Rovereto: condannata la badante, patrimonio ancora sotto sequestro
Il processo sulla successione della baronessa Maria Malfatti si è chiuso in primo grado con la condanna della governante albanese, nominata unica beneficiaria di un patrimonio stimato in circa cinque milioni di euro. Il giudice per le udienze preliminari, Consuelo Pasquali, ha riconosciuto la responsabilità per circonvenzione di incapace e ha inflitto alla donna una pena di due anni di reclusione, con sospensione dell’esecuzione, oltre a una multa di 1.200 euro.
La vicenda, che ha come teatro Rovereto e richiama l’attenzione sulle successioni di patrimoni importanti in Trentino, riguarda la baronessa Maria Malfatti, deceduta nel novembre 2023 all’età di 80 anni. Non avendo né coniugi né figli, la donna aveva potenziali eredi tra i suoi dieci nipoti, ma un testamento redatto negli ultimi anni di vita escludeva completamente i parenti, disponendo l’intero complesso di immobili, conti correnti e altri beni di valore in favore della badante.
I nipoti, ritenendo che la baronessa non avesse più la piena lucidità nei mesi precedenti la morte, hanno presentato querela per circonvenzione di incapace. La Procura, diretta dalla sostituta procuratrice Viviana Del Tedesco, ha avviato le indagini e disposto un sequestro giudiziario conservativo su tutti i beni della defunta per evitare che l’erede designata li potesse trasferire o alienare.
Nel fascicolo è stata depositata una perizia psichiatrica che ha evidenziato un decadimento cognitivo della baronessa nei mesi precedenti il decesso: questo elemento è stato determinante nella valutazione dei giudici e ha contribuito alla condanna per circonvenzione di incapace.
Nonostante la sentenza di primo grado, lo stato del patrimonio rimane congelato: il sequestro giudiziario rimarrà in vigore fino a quando la sentenza non diventerà definitiva. Il difensore della governante, l’avvocato Nicola Canestrini, ha annunciato la probabile impugnazione in appello, aprendo così un ulteriore capitolo della battaglia legale.
Parallelamente al procedimento penale prosegue il filone civilistico, nel quale i nipoti si sono costituiti parte civile con l’assistenza dell’avvocato Claudio Malfer, per ottenere il riconoscimento della legittima spettanza ereditaria. La difesa della badante ha inoltre sollevato la questione del rischio di discriminazione, segnalando che nella costituzione di parte civile emergono riferimenti alla tradizione familiare e alla linea di sangue.
Il caso della baronessa Malfatti, tra accuse di sfruttamento della fragilità dell’anziana, immobili di pregio e conti correnti consistenti, continua dunque a tenere banco nelle cronache giudiziarie del Trentino. La vicenda solleva interrogativi sulla tutela degli anziani, sulle verifiche richieste per la validità testamentaria e sugli strumenti a disposizione per proteggere patrimoni rilevanti da possibili indebite influenze.
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