Merano
Etichette ingannevoli e marchi falsi: il volto nascosto del mercato dei prodotti d’imitazione
Un’etichetta sbagliata. Un logo stampato con poca parsimonia. Un prezzo troppo conveniente per essere la realtà. Questo per dire che delle volte è sufficiente prestare attenzione ad un dettaglio, anche se all’apparenza può sembrare insignificante, ma in realtà molto spesso è la chiave con cui svelare l’inganno, magari dietro un prodotto “griffato”.
Per questo le Fiamme Gialle, tra le molteplici attività, tengono ben alta la guardia su questo dannoso fenomeno delle merci contraffatte, se non di dubbia provenienza. L’ultimo sequestro è stato compiuto ai danni di un commerciante locale, scoprendo oltre un migliaio di prodotti falsi, a testimonianza di un mercato parallelo che, pur non invadente, non smette di ritagliare uno spazio negli echi delle cronache.
Per avere le idee un po’ più chiare su come potersi difendere da queste situazioni, ne abbiamo parlato con Arianna Olivieri, capitano della Compagnia della Guardia di Finanza di Merano che, arrivata solamente lo scorso luglio dalla stazione di Portogruaro, ha già avuto modo di seguire alcuni casi anche qui in regione.
Partendo proprio dall’ultimo recente episodio, a quanto si attesta il numero delle frodi in fatto di prodotti contraffatti nella zona del meranese e della provincia in sé?
“Recentemente abbiamo sequestrato 1.700 prodotti, di cui 1.000 sono risultati contraffatti. I restanti 700 articoli presentavano invece irregolarità di etichettatura, ovvero mancavano le informazioni obbligatorie come l’origine del prodotto, i materiali utilizzati o i dati dell’importatore. Sono dettagli che la legge impone di riportare a tutela dei consumatori.”
Quali sono stati i casi più eclatanti? “Tra i più recenti c’è proprio quello che ha accennato: il sequestro di prodotti in pelle recanti un simbolo di autenticità che può essere utilizzato solo previa autorizzazione che in questo caso non c’era.
A fine estate, invece, abbiamo sequestrato 3.000 pashmine con etichette ingannevoli. Venivano dichiarate come “100% seta”, ma le analisi hanno rivelato che erano realizzate in materiali plastici.
Questi episodi ci confermano che, pur non trattandosi di un fenomeno dilagante, nella zona di Merano e comunque dell’Alto Adige la contraffazione è un tema che emerge periodicamente, ma viene tenuto costantemente sotto controllo.”
Le operazioni hanno sempre tratto origine da segnalazioni? “Nei casi che ho appena citato, no. Si è trattato di attività d’indagine e di controllo condotte autonomamente dai militari operativi sul territorio. Ma le segnalazioni dei cittadini rappresentano un supporto molto prezioso, che viene sempre preso in grande considerazione e verificato con la massima attenzione.”
Al proposito, fa sempre bene andare sul pratico. Dunque, il consumatore medio come può accorgersi che un prodotto è contraffatto e difendersi segnalandolo a voi?
“Ci sono degli indicatori evidenti. Il primo è il prezzo, spesso troppo basso per essere realistico. Poi la scarsa qualità dei materiali, il confezionamento approssimativo, le etichette incomplete o errate.
Un altro elemento importante è la provenienza. Occorre diffidare dagli acquisti effettuati tramite canali non ufficiali, come alcuni siti online, di e-commerce o da parte di venditori improvvisati.
In caso di dubbio il consiglio è molto semplice: meglio non acquistare e segnalare. Chiunque può farlo rivolgendosi ai reparti territoriali o contattando il numero di pubblica utilità 117.”
Una volta fatta la segnalazione, sempre se è possibile tracciare un focus, come si procede per arrivare a smascherare e sanzionare il manigoldo?
“Ogni segnalazione viene analizzata nel dettaglio per verificarne la fondatezza ed individuare elementi utili all’indagine. Segue poi un’attività di controllo, di verifica e d’analisi, secondo procedure interne specifiche che richiedono tempo e competenze specialistiche. L’obiettivo è arrivare a sanzionare chi opera fuori dalle regole.
Tengo però a ricordare che, anche l’acquirente di merce contraffatta può incorrere in sanzioni. Oltre all’aspetto legale, è importante comprendere che acquistare prodotti falsi danneggia le imprese oneste, mette a rischio i consumatori e mina la filiera produttiva legittima e controllata.”
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