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15.000 appartamenti sfitti in Alto Adige, i Verdi: “Vera causa del caro affitto”

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Bisogna affrontare il problema del caro affitto per i giovani mettendo sul mercato gli appartamenti vuoti.

I giovani Verdi si chiedono come si possa parlare del tema abitativo senza affrontare il problema della speculazione immobiliare e delle numerose case vuote in provincia e annunciano una campagna di sensibilizzazione.

Circa 15.000 unità abitative sono vuote in Alto Adige. È scritto nero su bianco nel rapporto di ricerca dell’IPL “Abitare 2030” (vedi allegato, p.67), che si riferisce ad un’indagine condotta dall’ASTAT nel 2011. Molti di questi appartamenti vuoti non vengono affittati a fini speculativi.

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Questo fatto insieme all’uso turistico degli spazi abitativi è causa di una scarsa offerta per residenti e studenti e di prezzi elevati.

Il problema sono gli appartamenti sfitti, non gli standard energetici di casa clima“, dicono i giovani Verdi che propongono di tassare gli appartamenti che potrebbero essere affittati, al 10 % del valore di mercato dell’appartamento.

Tra le altre proposte anche quella di istituire un fondo di garanzia provinciale. I proprietari ricevono una garanzia del 100% per l’entrata dell’affitto ed in cambio, riducono il prezzo di affitto del 20%.

L’idea del fondo di garanzia provinciale faceva parte della nuova legge sull’edilizia abitativa della scorsa legislatura, ma purtroppo l’SVP ha preferito non affrontare questo disegno di legge ed occuparsi piuttosto di incentivare l’arrivo dei turisti con una nuova legge sull’urbanistica.

Infine, per i Verdi si potrebbero mettere a disposizione gli edifici per progetti di co-housing se sono vuoti da più di 10 anni.

E ancora:

 – limitazione massima dei costi degli affitti (il modello 35 per 35 sul modello di Innsbruck e Zurigo. Appartamenti in affitto a basso prezzo anche per la classe media. Di questi il 35% riservato alle persone sotto i 35 anni);

 – contratti di locazione flessibili per le persone al di sotto dei 35 anni: maggiore flessibilità nella durata del contratto e riduzione dei termini di preavviso per inquilini giovani (max. 3 mesi);

 – aiuti ed incentivi per gli appartamenti condivisi: riduzione dei costi aggiuntivi, dalla tassa di registrazione ai costi di rifiuti, gas, elettricità ed acqua attraverso la creazione di una categoria apposita per questa forma dell’abitare;

 – un adattamento degli incentivi provinciali in modo che vengano finanziati anche i cosiddetti “Miethaussyndikate” ovvero delle cooperative affittuarie, che acquistano insieme nuove proprietà per gestire lo spazio abitativo come un bene comune per permettere quindi di avere case ed appartamenti a prezzi accessibili.

Dare la colpa agli standard ambientali per i prezzi troppo elevati è l’approccio sbagliato che fa ricadere nei vecchi schemi di pensiero. Il conto poi lo paga proprio la “junge Generation” che più tardi dovrà affrontare maggiori spese ed i costi della crisi climatica“, concludono.

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