Bolzano
Occupazione e nascite, il legame analizzato da Mercato del lavoro news
Dopo il numero di Mercato del lavoro news dedicato all’influenza della nascita di un figlio sull’occupazione da lavoro dipendente della donna, l’edizione di ottobre della pubblicazione dell’Osservatorio provinciale mercato del lavoro cerca di individuare l’influenza dell’occupazione sulle nascite.
In pratica, si tratta di capire se le donne che lavorano nel pubblico abbiano più figli rispetto a quelle che lavorano nel settore privato e se esse, nella pianificazione di una gravidanza, cerchino in modo mirato un’occupazione a tempo indeterminato nel servizio pubblico.
Il tasso di fecondità totale nel periodo 2010-2014 in Alto Adige è stato di circa 1,6 figli per donna, ma nel 2017 ha raggiunto il valore di 1,72 figli per donna, il più alto a livello nazionale.
Il tasso è determinato da diversi fattori quali età, cittadinanza e domicilio, nonché tipo, durata e qualità dell’occupazione e settore economico in cui sono occupate le donne.
È noto che il tasso di fecondità totale delle donne straniere (in particolare delle cittadine extracomunitarie) è molto maggiore rispetto a quello delle cittadine italiane. Le straniere iniziano inoltre ad avere figli da più giovani.
Se nell’analisi statistica, oltre alla cittadinanza, viene esaminata anche l’occupazione, emerge un quadro diverso.
Le straniere con un’occupazione dipendente non presentano differenze significative rispetto alle loro colleghe di nazionalità italiana per quanto riguarda il tasso di fecondità totale (1,57 contro 1,58).
Anche le cittadine italiane presentano delle differenze a seconda che siano occupate o meno, ma, contrariamente alle straniere, il numero di figli aumenta tra coloro che hanno un’occupazione dipendente.
Complessivamente il tasso di fecondità delle cittadine italiane tra il 2010 e il 2014 è stato di circa 1,50 figli per donna, tasso che sale a 1,59 figli tra le donne con un lavoro dipendente, mentre scende a 1,30 tra le donne disoccupate o con un’occupazione autonoma.
Il tasso di fecondità più basso viene registrato tra le donne con un’occupazione autonoma, sono significative le differenze tra chi svolge una professione impiegatizia o operaia.
Il tasso di fecondità tra le cittadine italiane occupate come impiegate è con 1,64 significativamente superiore rispetto a quello delle cittadine italiane che lavorano come operaie (1,36). In questo caso, la sicurezza contrattuale incide in larga misura sul numero dei figli.
Le cittadine italiane con un contratto di lavoro impiegatizio a tempo determinato presentano un tasso di fecondità totale di soli 1,39 figli per donna, che è molto inferiore rispetto a quelle che hanno un contratto di lavoro prevalentemente a tempo indeterminato (1,76).
Le donne domiciliate nelle altre città (capoluogo escluso) e che lavorano nel servizio pubblico, presentano un tasso di fecondità di 1,68 (1,47 nel settore privato).
A Bolzano la quota scende a 1,59 (1,44 nel settore privato). Si osserva quindi una chiara differenza per quanto riguarda i diversi domicili, soprattutto tra aree rurali e urbane. In allegato il testo integrale di Mercato del lavoro news.
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