Alto Adige
Utili A22: Autobrennero al ricorso contro la restituzione del pacchetto milionario
Non si ferma la battaglia di Autobrennero contro la richiesta governativa della restituzione del pacchetto milionario riferito agli utili accumulati dalla società e dai suoi beneficiari negli ultimi quattro anni.
Un tesoretto che ammonterebbe a circa 120 milioni ma che secondo le ultime stime potrebbe arrivare a valere fino a 300 milioni, cifra variabile ma che oggi lo stesso Ministero richiederebbe per sé.
E’ così che la società Autostrada del Brennero S.p.A. ha notificato ieri (25 gennaio) al Cipe, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministero dell’economia e delle finanze, all’ARS e al NARS il ricorso al Tar del Lazio, per l’annullamento della delibera n. 68/2018 del 28 novembre 2018 che prevede la restituzione allo Stato del cosiddetto “valore di subentro“.
“Questa previsione appare illegittima sotto ogni profilo. Innanzitutto, dove prevede che il valore di subentro possa essere a debito del concessionario uscente“, afferma Autobrennero.
Per la società sarebbe vero di fatto il contrario: “Il valore di subentro – si legge in una nota – è un indennizzo che il concessionario subentrante riconosce al concessionario uscente per la realizzazione delle opere eseguite sulla base della convenzione approvata che, al momento della scadenza della concessione, non risultino ancora ammortizzate.
Per altro lo Stato appare soggetto estraneo allo schema di subentro, che interessa il concessionario uscente e il subentrante, a meno che il subentrante manchi e la concessione torni al concedente, ossia lo Stato“.
Secondo Autobrennero dunque la previsione del Cipe contenuta nella delibera 68/2018 del 28 novembre sarebbe infondata, anche in riferimento ai supposti “benefici” conseguiti da Autostrada del Brennero in quanto concessionario uscente dalla data di scadenza della concessione.
“La gestione in prorogatio, chiesta dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ad Autostrada del Brennero (nota n 1948 del 25 febbraio 2014), impedisce che vi sia un’interruzione dell’erogazione del servizio pubblico autostradale, a tutela dei diritti degli utenti del servizio. Non si vede perché tale richiesta debba ritorcersi in capo al concessionario scaduto, che nel frattempo non è mai venuta meno al suo compito di assicurare tutti gli interventi di manutenzione necessari al mantenimento degli standard di sicurezza dell’infrastruttura autostradale“.
Inoltre, Autobrennero ha sottolineato che anche in regime di prorogatio il concessionario è pure sempre un’impresa che opera con criterio “economico”, cioè di copertura dei costi e conseguimento di un profitto. Rimuovere tale “beneficio” significherebbe violare i principi costituzionali (in particolare l’art. 41 della Costituzione).
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