Società
Messa del Crisma a Bressanone. Dura condanna della pedofilia dal vescovo Muser
“Il nostro agire da cristiani, da battezzati e da cresimati, da vescovi, sacerdoti e diaconi, da religiosi, da uomini e donne nel servizio pastorale, deve essere un operare che aiuta e che rende forti, un operare salutare e salvifico a favore della persona”.
Lo ha detto questa mattina il vescovo Ivo Muser ai sacerdoti e religiosi riuniti in duomo a Bressanone per la Messa del Crisma, con cui si sono aperte le celebrazioni del Triduo pasquale.
Dura e ferma la condanna del vescovo verso ogni forma di abuso e di violenza operata da chi “ha tradito il proprio essere cristiano e il suo mandato nella Chiesa”.
“Sono profondamente addolorato e colpito di fronte alle sconvolgenti notizie che giungono da ogni parte del mondo di abusi perpetrati da parte di vescovi, sacerdoti e religiosi – ha sottolineato mons. Muser -. Non è una questione di numeri, quanto piuttosto dell’essenza stessa del male che è stato compiuto. Ci sono state persone al sevizio dell’opera salvifica di Gesù Cristo che si sono macchiate di peccati tanto gravi”.
Un invito anche a impegnarsi con responsabilità e solidarietà nei confronti delle vittime, adottando tutte le misure necessarie per dare loro giustizia.
“E nei confronti dei colpevoli – ha aggiunto il vescovo – devono essere prese tutte le misure necessarie perché riconoscano i loro gravi errori, ne prendano le distanze e si pentano e, per quanto possibile, possano guarire dal loro male”.
Mons. Muser, nel chiedere perdono alle vittime, ha ribadito che “la difesa e il bene dei minori ha assoluta priorità e fa parte della stessa missione pastorale tra gli uomini. Questo vale per noi come sacerdoti e religiosi, così come per tutti i battezzati e i cresimati”.
Il vescovo ha quindi ribadito l’importanza di collaborare con tutte le realtà che operano nella nostra società per promuovere la cultura della prevenzione.
Ha ricordato, inoltre, “i tanti confratelli che ogni giorno portano avanti con fedeltà il loro servizio al Vangelo” e sperimentano la fatica di doversi confrontare con il sospetto generale, che finisce per condizionarli nella loro attività pastorale.
A conclusione della sua riflessione, così mons. Muser: “Tutti – Chiesa, consacrati, Popolo di Dio e perfino Dio stesso – portiamo le conseguenze delle loro infedeltà. Ringrazio, a nome di tutta la Chiesa, la stragrande maggioranza dei sacerdoti che non solo sono fedeli al loro celibato, ma si spendono in un ministero reso oggi ancora più difficile dagli scandali di pochi (ma sempre troppi) loro confratelli. E grazie anche ai fedeli che ben conoscono i loro bravi pastori e continuano a pregare per loro e a sostenerli”.
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