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Fuori dal coro del pensiero unico, CasaPound Bolzano: “Non fatevi tappare la bocca”

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Contro il boicottaggio di massa del pensiero non allineato la regola è una sola: non farsi ridurre al silenzio. Se ne è parlato lo scorso mercoledì nel corso di un incontro dibattito presso lo spazio sociale Rockaforte di Bolzano.

Relatori il consigliere comunale e coordinatore regionale di CasaPound Andrea Bonazza, il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Marco Galateo e Lorenzo Molinari, editore di Radio Bolzano.

A partire dalla censura operata da Facebook e Instagram nei confronti dei principali movimenti sovranisti e di estrema destra in Italia, l’ondata censoria dell’ideologia globalista sembra realizzare quel piano che mira all’omologazione e a ostacolare tutto ciò che si distanzia dal cosiddetto pensiero unico imperante.



E’ così che la caccia alle streghe è passata dalla stampa ai social, scagliandosi con la forza dell’indice ecclesiastico contro i “portatori dell’amor patrio”.

Si boicotta anche il lavoro, quando il lavoro arriva da destra. E’ l’esempio di aziende come Pivert o di case editrici come Altaforte. L’esempio di marchi e aziende colpite perché collegate a un mondo indentitario e non conforme che mette al centro la Nazione“, afferma Bonazza.

E se, per parafrasare le parole del coordinatore regionale, oggi siamo di fronte a uno scontro epocale tra la Nazione e l’antinazione, tra il sovranismo e il globalismo, tra la tradizione e il progressismo più sfrenato e persino tra il bello e il brutto, la consapevolezza di trovarsi davanti ad una casta di iconoclasti che domina in Italia così come in tutto l’Occidente, si fa sempre più forte.

L’aggregato dittatoriale dell’antagonismo politico modernizza lo strumento dell’inquisizione e lo trasferisce nella dimensione digitale, dirige il cannone dell’intimidazione con un’arroganza arricchita di quell’antico rancore da biennio rosso che rade al suolo tutto ciò che rappresenta la voce fuori dal coro.

La cancellazione di massa dei profili di CasaPound e Forza Nuova sui social ricorda tanto la storica consuetudine della raccolta nominativi dei nemici politici nelle famose liste di proscrizione, con la differenza che oggi il nemico si individua, si mette in colonna e con un solo click si annienta.

Ma se la censura non è “nera”, tutto è permesso. Perfino il rovesciamento del principio democratico e costituzionalmente garantito della libertà di espressione.

Ed è lunga davvero la lista delle realtà che si occupano di sociale e comunicazione vicine o facenti capo a CasaPound, azzerate premendo un semplice tasto: tra queste l’associazione giovanile che gestisce la casa editrice Passaggio al Bosco, il gruppo di intervento medicina e sociale GR.I.ME.S., il gruppo di protezione civile La Salamandra, la onlus di solidarietà internazionale Sol.Id., la casa editrice Altaforte, i giovani del Blocco Studentesco.

Colpite anche molte testate che pubblicavano CasaPound come Il Primato Nazionale, Il Secolo d’Italia, Cronaca Oggi, La Vedetta d’Italia.

Continua Bonazza: “I nuovi giustizieri della democrazia hanno il potere di cambiare i termini: clandestini e immigrati diventano migranti e risorse. Questi signori hanno il potere di dettare legge sull’informazione, sulla parola e purtroppo, lo stiamo vedendo in questi giorni, anche sul pensiero“.

Secondo Lorenzo Molinari “la pressione censoria nei confronti dei movimenti sovranisti non farà altro che rafforzarne la coesione, sostenuta dalla graduale crescita del consenso. Quindi la difesa sarà togliere il megafono anche alla stampa online, che dello spazio pubblico sui social ha fatto il suo principale mezzo di interlocuzione con i lettori“.

E ancora: “Facebook censore di diritto in quanto realtà privata? Immaginiamo se un altro colosso che rappresenta una soggetto privato come Mediaset decidesse di punto in bianco di togliere la parola a quello che considera il nemico politico. Immaginiamo già interrogazioni parlamentari, girotondi, sfilate davanti alla sede di Cologno Monzese. Perché questo non accade con Facebook? Semplicemente perché la parte politica nel mirino è considerata quella giusta“.

Gli stessi soggetti che descrivono altri come fascisti del terzo millennio, eleggono il medesimo sistema che verrebbe utilizzato dai supposti neofascisti da annientare. “L’antifa diventa fa” e rende proprio il metodo che denigra, rovescia i canoni di ciò che è considerato illecito se esercitato dall’avversario politico e lo rende lecito sotto l’ombrello di un supposto diritto di esercizio della democrazia, o della sua tutela, quando messo in atto dalla “parte giusta”.

La linea di confine tra chi la pensa in modo diverso è quella del come si analizzano i fatti – ha affermato Marco Galateo – . Sono cambiati gli strumenti dell’ideologizzazione ma non la metodologia che da sempre esercita la sua pressione nell’ambito scolastico e della formazione, nel mondo del giornalismo, della comunicazione e della cultura in generale.

I settori della cultura e della formazione in particolare sono stati presidiati per decenni dal mondo ideologico di sinistra in maniera capillare. Immaginiamo solo gli effetti della censura di una certa parte nella formazione delle generazioni del futuro.

Uno dei limiti è che abbiamo demandato la nostra capacità di interazione sociale allo spazio virtuale. Basta una modifica dell’algoritmo per spegnere la luce, e quindi il diritto a interagire e ad esprimersi“.

Oggi la dittatura del pensiero unico vola più alto del diritto degli Stati. Ci troviamo sotto un bombardamento ideologico, mediatico e culturale diventato anche più aggressivo con l’uso di una cinghia silenziatrice che di fatto vuole annientare le nostre identità e ci vuole rendere dei consumatori perfetti: remissivi, non intellettualmente indipendenti, acritici.

Non facciamoci tappare la bocca dunque, e soprattutto non facciamoci spegnere la volontà di approfondire, oltre la verità che ci viene raccontata“, conclude Bonazza.

La Class Action, ovvero la denuncia di massa contro Facebook Italia e Facebook Stati Uniti, non si farà attendere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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