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Benessere e Salute

C’era una volta il Coronavirus… il virus spiegato ai bambini

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Molti genitori preoccupati mi chiedono come possano rassicurare i propri figli in merito alle misure drastiche che ha preso il Governo italiano per limitare la diffusione del virus.

Una prima considerazione da fare è che il bambino va informato su tutto quello che sta accadendo per non lasciarlo libero ad interpretazioni personali prive di fondamento e va accompagnato all’elaborazione del vissuto emotivo utilizzando toni pacati e rassicuranti, pertanto è importante che il genitore stesso abbia superato la percezione di paura e pericolo e sia visibilmente tranquillo. 

In seguito, è bene capire quali siano le false credenze del bambino che, ad esempio, potrebbe pensare che il virus uccida indistintamente tutti, alimentato anche dallo stato di allerta e di paura già diffuso nel Paese.

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Al bambino si può spiegare che il Coronavirus è un virus ancora poco conosciuto e invisibile, così piccolo che lo si può vedere solo al microscopio e che si diffonde rapidamente tra le persone. Questo significa che è più facile ammalarsi e, per evitare troppi contagi e quindi di sovraccaricare le strutture e gli operatori sanitari, bisogna adottare delle misure di prevenzione: evitare luoghi affollati come scuole, limitare l’utilizzo di mezzi pubblici, lavarsi bene le mani, tossire e starnutire nel cavo del gomito, usare fazzoletti di carta e cestinarli subito dopo, non toccarsi la faccia con le mani sporche e non mettersele in bocca. 

E’ importante, quindi, riconoscere al proprio figlio che è normale avere paura per una cosa che fa male e non è visibile, con la conseguente frustrazione di non poterla controllare, ma sottolineare anche che nella maggior parte dei casi i sintomi sono lievi e simili ad un’influenza: fa tossire, starnutire, dà febbre e non richiede nemmeno l’ospedalizzazione. Per quanto riguarda i bambini, i pediatri riferiscono che sembrerebbero essere più resistenti alla malattia con pochissimi casi registrati. 

E’ bene spiegare, inoltre, che purtroppo c’è una piccola percentuale che si aggira attorno al 2% di persone colpite che muore, e che questo vuol dire che di tutti gli ammalati due persone su 100 perdono la vita, ma anche evidenziare che tra i malati sembrerebbero non esserci praticamente bambini, evidenziando la loro capacità naturale di resistere all’attacco del virus. 

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Infine, si può ricordare al bambino che l’Italia ha un buon sistema sanitario tale da poter rispondere in modo adeguato a questa epidemia e che se tutti assieme rispettiamo piccole accortezze possiamo sconfiggere al più presto questo fastidioso virus.

Il contributo per La Voce di Bolzano è della dottoressa Alice Panicciari, Psicologa dell’età evolutiva, esperta in Psicologia Scolastica e Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

Svolge da anni consulenze alle famiglie, lavora come Psicologa Scolastica e svolge progetti d’intervento e formativi all’interno delle scuole.

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