Spettacolo
«Stava: come e perché»: 35 anni dopo il disastro, al Teatro di S. Giacomo una serata per capire
Si preannuncia una conferenza emozionante e densa di contenuti, quella in programma al Nuovo Teatro di San Giacomo (via Maso Hilber 5, San Giacomo di Laives) sabato 17 ottobre 2020, con inizio alle ore 20.30, ingresso libero e platea predisposta nel rispetto delle norme anti-covid, così da garantire al pubblico tutta la tranquillità.
Un evento culturale e conoscitivo che porterà sul palco come relatore Graziano Lucchi, presidente della Fondazione Stava 1985 e, nelle vesti di moderatore, il direttore dei giornali ‘Alto Adige’ e ‘L’Adige’ Alberto Faustini.
«Stava: come e perché»: questo il titolo, che, senza in alcun modo relativizzare la doverosa ‘memoria’, preannuncia però un taglio da ‘serata-inchiesta’. Sarà un’occasione, 35 anni dopo la tragedia dei bacini di Prestavèl, per ripercorrere in parole e immagini l’accaduto e comprenderne le cause.
>> Flashback:
Sono le 12:22 del 19 luglio 1985 allorché a monte dell’abitato di Stava, in val di Fiemme, il bacino superiore di decantazione della miniera di Prestavèl collassa; l’arginatura crolla sul bacino inferiore, che cede a propria volta. Una immensa massa fangosa scende verso valle a una velocità che raggiunge quasi i 90 chilometri orari, provocando 268 vittime: donne, bambini, uomini incolpevoli, di età comprese fra i 5 mesi non ancora compiuti (il più piccino) e gli 84 anni. In più, si registra la distruzione di tutto quanto l’ammasso investe nella sua folle corsa, lungo un tragitto di 4,2 chilometri calcolati dai due estremi della colata: i bacini e la confluenza del rio Stava con il torrente Avisio, poco a valle della località di Tesero, dove il fenomeno si esaurisce. Non prima di avere appunto seminato morte e distruzione.
Fu una tragica fatalità? Stando alle risultanze giudiziarie evidentemente no, bensì un evento che era praticamente ‘scritto’, una bomba a orologeria innescata da anni. Era solo questione di tempo. Né sono stati purtroppo colti, da chi di competenza, i segnali premonitori che hanno preceduto la tragedia.
Nel corso della conferenza, supportata da immagini e grafiche esplicative, il tutto verrà ripercorso con chiarezza: dalla genesi degli impianti alla sentenza definitiva.
Un’altra cifra si aggiungerà così a quelle di cui sopra: 10, il numero cioè delle condanne finali a carico di altrettanti imputati, giudicati colpevoli dei reati di disastro colposo e omicidio colposo plurimo (il procedimento penale iniziò l’8 aprile 1988, e si è concluso dopo cinque gradi di giudizio con la seconda sentenza della Corte di Cassazione emessa il 22 giugno 1992, che ha confermato le condanne di primo grado).
I tragici fatti verranno sviscerati – fino a risalire a quando tutto cominciò, con quello che la commissione ministeriale d’inchiesta definì un errore “macroscopico” – tramite una trattazione puntuale e oggettiva. Non a caso il relatore Graziano Lucchi, oltre ad avere vissuto la tragedia sul piano familiare, è autore di una scrupolosa pubblicazione che attinge agli atti dell’inchiesta ministeriale e del procedimento penale. Il moderatore Alberto Faustini, dal canto suo, per coinvolgimento professionale fu tra coloro i quali videro con i propri occhi e toccarono con mano lo sconvolgimento prodotto dal crollo dei bacini e il dramma delle famiglie e delle comunità colpite.
Tanti gli scenari che la serata si prefigge di focalizzare. Perché furono realizzati i bacini, a cosa erano preposti e come erano stati sviluppati nel corso degli anni? A quali requisiti è poi emerso che non rispondevano? Ma soprattutto: perché gli argini non hanno retto?
Fatti, fatti e ancora fatti saranno i protagonisti. Con, sullo sfondo, una sfera tematica ad accompagnare più o meno esplicitamente ogni passaggio: quella delle responsabilità.
Organizza l’evento il Centro culturale San Giacomo, che lo propone a tutti gli interessati in sinergia con la Sezione CAI di Laives e in collaborazione con la Fondazione Stava 1985, con il sostegno dell’Assessorato alla cultura italiana della Provincia Autonoma di Bolzano e del Comune di Laives. Per informazioni: [email protected]
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