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Alto Adige

Ritorna la truffa del finto parente arrestato: piovono le segnalazioni in Questura

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Nella giornata di ieri (15 ottobre) la Questura di Bolzano ha ricevuto otto segnalazioni di tentativi di truffa, tutte con lo stesso modus operandi: alcuni cittadini sono stati contattati telefonicamente sulla propria utenza fissa, da un soggetto che, affermando di chiamare da un ufficio di Polizia e di esserne il “capo”, ha comunicato al malcapitato di averne arrestato il figlio.

A questo punto, come al solito, il truffatore ha fatto intervenire un complice, che, fingendosi il figlio della potenziale vittima, disperandosi e piangendo, ha chiesto aiuto. Subito dopo ha ripreso la parlola il truffatore che ha chiesto, a titolo di cauzione, denaro o monili per rimettere in libertà il congiunto.

Per la prima volta, stando alle informazioni assunte da questo Ufficio, nessuno è caduto nella trappola e tutti hanno informato prima i propri figli e poi la Polizia.

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Si legge in una nota della Questura che “non esiste l’istituto della cauzione e che quindi nessun arrestato può essere messo in libertà dietro consegna di denaro, invita tutti e soprattutto le persone anziane a prestare massima attenzione a questo tipo di richieste telefoniche, consigliando di contattare sempre, come successo nella giornata di ieri, le Forze dell’Ordine, attraverso il 112 NUE“.

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