Bolzano
Campagna permanente della Polizia di Stato dal titolo «Questo non è amore», le iniziative di marzo
Sempre alla ricerca di nuove vie per contrastare e combattere il fenomeno della violenza sulle donne, la Questura di Bolzano, nel quadro della campagna permanente della Polizia di Stato dal titolo “Questo non è amore”, dedica il mese di marzo ad una serie di iniziative, realizzando efficaci sinergie con chi si occupa della stessa grave tematica.
Sulla base del Protocollo di collaborazione tra il Dipartimento della Pubblica Sicurezza e l’associazione “Soroptimist International d’Italia”, è stata raggiunta un’intesa con la sezione bolzanina del sodalizio, per la realizzazione, all’interno della Questura, di un locale dedicato nell’ambito del progetto “Una stanza tutta per sé”, spazio accogliente da adibire all’ascolto protetto delle donne vittime di violenza e delle persone appartenenti alle fasce sensibili.
Il nuovo locale si aggiunge alla stanza già presente in Questura per l’accoglienza dei minori, specie i figli di donne vittime di violenza, appositamente allestita per alleviare le sofferenze di chi vive questi tragici momenti.
Inoltre è in fase di conclusione, con la Provincia di Bolzano, la stipula di un accordo, denominato “Protocollo Zeus”, finalizzato ad avviare percorsi di recupero per i soggetti sottoposti ad “ammonimento” del Questore per atti persecutori e violenza domestica.
L’iniziativa, diffusa in ambito nazionale, ha lo scopo di supportare e assistere le donne vittime di violenza e di “rieducare gli uomini maltrattanti” che, all’interno delle mura domestiche, hanno compiuto atti che mettono a rischio la pace e la serenità familiare con aggressioni e intimidazioni anche psicologiche, cercando di prevenire il compimento di gravi episodi che, troppo spesso, conducono al femminicidio.
Il nome “Zeus” non è casuale, ma richiama il “primo maltrattante (noto) della storia”, la cui modalità di dominio e verticalismo nelle relazioni costituisce un monito da cogliere: perché gli Zeus in erba non si trasformino in despoti è necessario troncare sul nascere il loro agire inadeguato e violento!
Il protocollo prevede che nel momento in cui un soggetto venga ammonito, sia invitato a intraprendere un training antiviolenza tenuto da professionisti specializzati presso la Caritas di Bolzano.
La sola repressione non consente di estirpare il problema alla radice: il concetto base è agire sulla prevenzione che risulta essere lo strumento maggiormente efficace per intervenire prima che le tragedie si consumino, purtroppo, in gran parte nell’ambito di rapporti affettivi, permettendo di comprendere le cause dei comportamenti violenti “patologici” e quindi condurre il maltrattante a cambiare il proprio atteggiamento per non incorrere nelle sanzioni di legge e tutelare la vittima.
Mercoledì 8 marzo, in occasione della “Festa della donna”, Funzionari della Questura, tra cui una psicologa, il Dirigente della Squadra Mobile ed il Responsabile della Sezione di quell’Ufficio che si occupa dei reati contro la persona ed in pregiudizio dei minori incontreranno le studentesse e gli studenti dell’Istituto Scolastico Superiore “Claudia de’ Medici”.
Un altro momento per avvicinare soprattutto i giovani ad una tematica che deve essere costantemente alimentata per una nuova mentalità di rispetto e considerazione.
Venerdì 17 marzo sarà la volta di un ulteriore evento molto importante: presso l’aula magna della Questura, intitolata al Beato Giovanni Palatucci, si terrà una conferenza formativa per il personale della Polizia di Stato con l’Avvocato Patrizia Schiarizza (già presente in questo capoluogo per altri eventi organizzati dall’UNICEF), fondatrice dell’associazione “Il Giardino Segreto”, nata nel 2015 dalla constatazione di quanto sia diffusa la violenza ai danni dei bambini e degli adolescenti all’interno della famiglia.
Infatti, l’esperienza sul femminicidio racconta di figli ai quali viene uccisa la madre, talvolta davanti a loro, spesso con modalità cruente e premeditate, o di una violenza spregiudicata e senza motivo, fine a se stessa, che li ha costretti ad anni di abusi.
La morte della madre è spesso l’epilogo di un dolore che affonda radici nella primissima infanzia, di maltrattamenti, diretti o indiretti che hanno fine solo con l’assassinio, lasciando però segni profondi.
“Il Giardino Segreto”, di cui oggi fanno parte varie figure professionali, come medici, scrittori, responsabili di centri antiviolenza, ma anche molte persone “comuni”, ha come fine quello di aiutare questi bambini e tutti coloro che si occupano di loro, vittime invisibili del femminicidio, per cercare di restituirgli quell’incanto e quella protezione di cui nessun bambino dovrebbe mai essere privato.
L’intendimento della Questura, con queste iniziative, è quello di dare un taglio più ampio alla grave problematica per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne in tutte le sue forme e in tutti i suoi negativi riflessi.
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