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Italia ed estero

Continuano gli scontri in Iran: in molti morti o condannati alla pena capitale. Solidarietà anche dalla nazionale in Qatar

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A due mesi dall’inizio delle manifestazioni per la morte di Mahsa Amini, la ragazza uccisa perché indossava male il velo, il bilancio degli scontri comincia a diventare pesante.

Al momento,  si contatto almeno 400 morti, tra cui anche 58 minorenni.  Nelle ultime ore epicentro delle proteste ha raggiunto la regione del Kurdistan, dove a Mahabad i manifestanti hanno addirittura eretto barricate nel tentativo di fermare l’arrivo dei blindati.

Il sostegno si fa sentire anche dalla nazionale iraniana che oggi, alle 14.00 giocherà contro l’Inghilterra al mondiale in Qatar.

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La squadra di calcio ha infatti espresso piena solidarietà con le manifestazioni che si tengono per le strade del loro Paese. In particolare, il difensore della nazionale Ehsan Hajsafi ha detto: “La situazione nel Paese non è buona, la nostra gente non è contenta. Tutto ciò che abbiamo viene da loro, dalla nostra gente. Dobbiamo combattere. Dobbiamo esibirci e segnare gol per dare un risultato al coraggioso popolo iraniano. Spero che le condizioni cambino rispetto alle aspettative della gente”.

Anche altri giocatori iraniani si uniscono al sostegno del compagno di squadra, indossando braccialetti neri durante le partite o addirittura rifiutandosi di cantare l’inno nazionale.

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