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Alto Adige

Contributi energia rinnovabile: danno erariale da 65 milioni. Sequestro Gdf per 45 milioni

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La Corte dei Conti di Venezia ha disposto il sequestro di denaro, beni immobili e impianti per circa 45 milioni di euro nei confronti di un gruppo di società operanti nel settore delle energie rinnovabili, responsabili di un danno erariale di oltre 65 milioni di euro derivante dall’indebita percezione di contributi pubblici erogati dal Gestore dei Servizi Energetici.

I sequestri sono stati eseguiti in questi giorni dagli Ufficiali giudiziari, con l’ausilio della Guardia di Finanza dei Comandi Provinciali di Venezia e di Bolzano.

L’istruttoria è scaturita da indagini di polizia giudiziaria svolte dalla Guardia di Finanza di Bolzano, che avevano portato alla denuncia alla Procura della Repubblica di Matera di una truffa aggravata ai danni dello Stato da parte degli amministratori di una società italiana — la QCII Basilicata s.r.l. con sede originariamente a Padova e successivamente trasferita a Bolzano — che aveva fraudolentemente ottenuto incentivi pubblici a valere sul “I Conto Energia” e “per il ritiro dedicato dell’energia a prezzi minimi garantiti” per il fotovoltaico.

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Nel gennaio 2019 è stata avviata la conseguente indagine erariale per l‘indebita percezione delle erogazioni da parte della QCII Basilicata s.r.l.

I successivi accertamenti eseguiti dai finanzieri hanno permesso di accertare che la QCII Basilicata s.r.l.:

 – è proprietaria di 9 parchi fotovoltaici in Basilicata, di cui 6 con potenza superiore a 1 megawatt e 3 con potenza superiore a 100 kilowatt su particelle catastali contigue, per una superficie totale di 290.000 mq, pari a 40 campi di calcio

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 – ha locato i 9 parchi a 40 società veicolo (aventi tutte la stessa denominazione, medesimo indirizzo, prive di uffici, organizzazione imprenditoriale e dipendenti), interamente partecipate dalla stessa capogruppo, in modo da dividere i parchi in 246 impianti fotovoltaici e far risultare, mediante false dichiarazioni rese al G.S.E., che ciascuno dei suddetti parchi fosse in realtà di potenza inferiore a 50 kilowatt.

Attraverso tale artificio le 40 società hanno potuto percepire gli incentivi pubblici riservati esclusivamente ai parchi fotovoltaici di potenza inferiore a 1 megawatt (I Conto Energia) e a 100 kw (ritiro dedicato), per un importo complessivo superiore ai 65 milioni di euro.

Le somme percepite da ciascuna società veicolo sono state poi da queste ultime retrocesse alla capogruppo “mascherate” come pagamento dei canoni di locazione degli impianti medesimi.

Coinvolte la società capogruppo, le 40 società e 8 persone fisiche italiane e tedesche. Il sequestro ha riguardato 45 milioni di euro di competenza territoriale della Procura contabile di Venezia e 20 milioni di quella di Bolzano.

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