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INPS e Coronavirus: lo sforzo dei dipendenti e l’occasione per ripensare il “sistema Paese”

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Sono circa 450 i dipendenti dell’INPS “Istituto Nazionale Previdenza Sociale” che attualmente operano in Regione Trentino Alto Adige (Trento, Rovereto, Borgo V., Cles, Riva, Cavalese, Bolzano, Bressanone, Brunico, Merano).

Da circa un mese, a seguito delle straordinarie misure di sicurezza e di prevenzione della salute, adottate per contenere il contagio da COVID-19, così come per tutti gli impiegati degli Uffici Pubblici, il personale è stato collocato in attività lavorativa denominata “smart-working/lavoro agile”.

Quindi lavoro a distanza, dalla propria abitazione. Tranne pochissime unità lavorative che assicurano, a turno, un presidio nelle singole sedi per quelle attività definite indifferibili.






Per una parte del personale si tratta di un lavoro nuovo e complicato. Tutto deve avvenire attraverso il computer di casa propria, appositamente collegato al sistema centralizzato che, in questi giorni è particolarmente sovraccaricato, viste le nuove disposizioni ministeriali sulla cassa integrazione, il bonus di 600 euro destinato ai lavoratori autonomi, ecc…

I dipendenti tutti sono impegnati in modo straordinario, alcuni lavorano anche di notte, quando la rete è meno frequentata, per favorire ed andare incontro a tutte le richieste dell’utenza. Utenza particolarmente sensibile e desiderosa di ottenere la soluzione a mille problematiche.

Rimborsi, incentivi da erogare per migliaia di partite IVA, indennità e bonus vari, pensioni, disoccupazione, sostegni alla genitorialità ed ammortizzatori sociali in genere. 

Purtroppo, milioni di accessi registrati ogni giorno sul sito INPS, hanno dato anche problemi di tenuta del medesimo sito che, nei giorni scorsi si è praticamente bloccato, anche a causa di attacchi hacker. Malgrado ciò, i dipendenti dell’Istituto si sono prodigati per cercare di accontentare tutti i cittadini che fanno richieste di informazioni e/o di incentivi ecc…

Quindi, appaiono abbastanza ingenerosi gli attacchi sferrati da qualcuno all’indirizzo dell’Istituto che, come detto, sta vivendo un momento epocale per la risoluzione di centinaia di migliaia di richieste che giungono da parte dell’utenza.

Sta funzionando molto bene ed i cittadini stanno apprezzando, il servizio telefonico diretto con l’Inps di Trento e di Bolzano (0461-886500 e 0471-996600,) attraverso il quale, l’operatore, risponde alle chiamate dell’utenza dal proprio presidio ed anche dalla propria abitazione, grazie ad un sistema di deviazioni delle telefonate che arrivano sui numeri telefonici del predetto Istituto.

La FLP, in questo particola contesto ha valutato positivamente l’iniziativa dell’Istituto di installare in tutti i front-office degli Uffici aperti al pubblico, appositi pannelli protettivi in plexiglass, destinati ad eliminare o quantomeno a ridurre sensibilmente il rischio di contagio da qualsiasi malattia che si propaga con il contatto diretto ed indiretto (colpi di tosse, starnuti, saliva ecc…).

A nostro avviso, la tragedia del coronavirus dovrà essere l’occasione per ripensare “il sistema Paese”. Partendo dall’incremento di tutte le infrastrutture informatiche che possano garantire il lavoro a distanza (esse indirettamente produrranno meno traffico nelle città, meno inquinamento atmosferico, milioni di ore recuperate per il lavoratore e per la propria famiglia, visto che quest’ultimo non dovrà spostarsi da un posto all’altro per raggiungere la sede di lavoro), dal potenziamento delle reti telefoniche, internet, banda larga ecc…  

La FLP intende ringraziare tutto il personale in servizio nelle Province di Trento e di Bolzano che, ancora una volta, sta dimostrando di innovarsi rapidamente e di far fronte anche alle situazioni eccezionali come quelle che tutti stiamo vivendo in questi fatidici giorni di sofferenza comune“.

Il contributo per La Voce di Bolzano è di Giuseppe Vetrone e Carmelo Urgesi, della segreteria regionale del sindacato FLP.

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