Bolzano Provincia
Maxi frode fiscale da 18 milioni di euro: sequestri e arresti domiciliari. Coinvolti imprenditori romani
Attraverso un articolato sistema basato sull’emissione e l’utilizzo sistematico di fatture false, un gruppo di imprenditori con base operativa a Roma ha messo in atto una frode fiscale per un valore di circa 18 milioni di euro.
Il meccanismo illecito ha permesso l’immissione sul mercato, compreso quello altoatesino, di prodotti hi-tech come laptop, smartphone e PC a prezzi fortemente concorrenziali, penalizzando le imprese che operano nel rispetto della legge.
Questo è quanto emerso da una complessa indagine condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Bolzano, sotto la direzione della Procura Europea con sede a Roma.
Le indagini hanno portato all’applicazione di misure cautelari nei confronti di quattro persone.
I primi indizi sono emersi nell’ambito della normale attività di controllo economico del territorio svolta dal Comando Provinciale di Bolzano.
In quell’occasione i militari avevano rilevato che alcune attività commerciali della provincia proponevano in vendita dispositivi tecnologici di ultima generazione a prezzi anomali, ben al di sotto di quelli di mercato.
Gli approfondimenti successivi hanno permesso di risalire alla filiera d’approvvigionamento, rivelando che i fornitori ufficiali erano in realtà dei prestanome, titolari di ditte individuali spesso attive solo per pochi mesi.
Dietro queste “teste di legno” si celava un gruppo d’imprenditori romani che aveva architettato una frode fiscale su larga scala.
Il sistema prevedeva l’acquisto dei beni in altri Paesi europei e l’interposizione, tra i fornitori comunitari e i rivenditori italiani (sia all’ingrosso che al dettaglio), di una serie di società fittizie, le cosiddette “scatole vuote” utilizzate unicamente per intestarsi l’IVA dovuta e poi non versarla, rendendo impossibile al fisco italiano recuperare le somme, in quanto i soggetti formali risultavano nullatenenti.
L’indagine, durata oltre due anni, ha permesso agli investigatori di individuare gli autori della frode, ricostruire la rete di società coinvolte e quantificare i profitti illeciti anche per merito dell’analisi dei flussi finanziari.
Sulla base degli elementi raccolti, la Guardia di Finanza di Bolzano ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dell’indagato principale.
Ci sono poi tre misure interdittive con il divieto temporaneo, per 12 mesi, di esercitare attività d’impresa o incarichi direttivi in società e un decreto di sequestro preventivo per un valore complessivo di oltre 17 milioni di euro, tra denaro e beni.
Dalle indagini è inoltre emersa la totale estraneità degli imprenditori altoatesini coinvolti inconsapevolmente come destinatari finali dei prodotti, senza alcuna partecipazione alla frode.
L’operazione della Guardia di Finanza di Bolzano si inserisce in un più ampio impegno a tutela dell’economia locale, con l’obiettivo di garantire una leale concorrenza e il rispetto delle regole da parte di tutti gli operatori economici.
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