Italia & Estero
Meloni rilancia sul Medio Oriente: riconoscimento della Palestina solo senza Hamas e con il rilascio degli ostaggi
Una proposta di riconoscimento della Palestina, ma vincolata a due condizioni imprescindibili: il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas e l’esclusione definitiva del gruppo terroristico da ogni forma di governo nei territori palestinesi. È questa la linea tracciata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un intervento che ha colto di sorpresa molti osservatori internazionali, nel contesto dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York.
Nel pieno di un contesto geopolitico sempre più instabile, con l’Italia sotto pressione per non essersi ancora allineata ai numerosi Stati europei che hanno già ufficializzato il riconoscimento dello Stato palestinese, Meloni sceglie la via della responsabilità e della fermezza, proponendo una linea chiara e coerente con i principi del diritto internazionale e della sicurezza. La premier ha spiegato con precisione il cuore della sua proposta: “Penso che la principale pressione politica vada fatta nei confronti di Hamas, perché è Hamas che ha iniziato questa guerra ed è Hamas che impedisce che la guerra finisca rifiutandosi di consegnare gli ostaggi.”
La mozione che sarà presentata dalla maggioranza in Parlamento mira dunque a subordinare qualsiasi riconoscimento dello Stato di Palestina a due requisiti fondamentali: “Il rilascio degli ostaggi e ovviamente l’esclusione di Hamas da qualsiasi dinamica di governo all’interno della Palestina, perché dobbiamo capire quali sono le priorità giuste.”
Una posizione che si ispira a quanto già avanzato dal Belgio, il cui primo ministro ha dichiarato che il riconoscimento legale della Palestina entrerà in vigore solo dopo il rilascio degli ostaggi e la rimozione di Hamas dal governo di Gaza. Meloni, condividendo in parte l’impostazione americana espressa dal presidente Biden, ha sottolineato: “Io personalmente continuo a considerare che il riconoscimento della Palestina in assenza di uno Stato che abbia i requisiti della sovranità non risolva il problema, non produca risultati tangibili, concreti per i palestinesi.”
Il governo italiano, con questa iniziativa, riafferma il principio che non ci può essere pace senza legalità, né riconoscimenti senza garanzie. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, ha ribadito la linea dell’esecutivo: “Non può esserci alcun riconoscimento dello Stato palestinese senza la liberazione degli ostaggi e la rinuncia da parte di Hamas a qualsiasi ruolo nel futuro della Palestina.”
Anche i due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini, hanno espresso pieno sostegno alla linea Meloni, sottolineando come un riconoscimento incondizionato della Palestina equivarrebbe a un segnale di debolezza verso il terrorismo internazionale. È questa la linea che l’Italia porta avanti in ambito internazionale, con coerenza e senso di responsabilità.
Nel suo intervento, Meloni ha anche chiarito: “Un’iniziativa del genere può trovare anche il consenso dell’opposizione, non trova sicuramente il consenso di Hamas, non trova magari il consenso da parte degli estremisti islamisti, ma dovrebbe trovare consenso nelle persone di buon senso.”
Con questa posizione, l’Italia si pone come attore credibile e autorevole nel contesto mediorientale, capace di proporre soluzioni pragmatiche e rispettose del diritto internazionale. La strategia di Meloni, lontana dalla propaganda e orientata alla concretezza, mira a una pace duratura basata sulla giustizia e sulla sicurezza reciproca.
In un momento in cui la comunità internazionale è chiamata a scelte decisive, la premier italiana riafferma che il riconoscimento dello Stato palestinese non può prescindere da condizioni minime di sicurezza e affidabilità politica, ponendo Hamas di fronte alle proprie responsabilità storiche.
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