Miracolo Solland: la fabbrica non chiude. Proroga 30 giorni per l’acquisto alla Bst del Qatar

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Non finisce di stupire la vicenda della Solland Silicon di Sinigo, per la quale, nella nottata di ieri (31 maggio – 1 giugno) è saltata la procedura di licenziamento collettivo con riassunzione per gli 80 dipendenti dello stabilimento chimico.

L’accordo per la riassunzione temporanea da parte di Remtec, che sarebbe servito a mettere la fabbrica in stand by, non si è potuto attuare poiché gli operai hanno fermato lo svuotamento degli impianti, rifiutandosi di fatto di mettere la parola fine alla produzione.

Sembra che fosse stato proposto, in un primo momento, da parte del governatore Kompatscher e della giudice Bortolotti, il rientro in cambio di un contratto per la data di lunedì, ma gli operai non hanno mollato, hanno voluto altre garanzie.

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Hanno dichiarato, tra il resto: “Ci sembra giusto, visto che la giudice Bortolotti aveva dato parere positivo, che tale parere venga rispettato senza quell’ingerenza che il Presidente ha esercitato con quel suo parere negativo“, e poi ancora, “vogliamo che siano riaperti i termini temporali per il saldo dell’acquisto, e che ai qatarioti sia data la possibilità di concludere la transazione. Ciò è oltre che giusto, eticamente corretto e democratico“.

È stato dunque stipulato, per la prima volta nella storia delle contrattazioni del lavoro, sulla strada, nel buio di una notte di partecipazione tra abitanti del Borgo, un accordo tra operai, un Governo politico e la magistratura.

Impensabile fino a ieri, la proroga dei tempi per il pagamento del saldo d’acquisto dell’aggiudicatario dell’asta: un periodo ulteriore di trenta giorni è stato infatti ora concesso alla società acquirente del Qatar, quella Bst srl assegnataria dell’ultimo bando di cessione, per procedere alla seconda parte dell’acquisizione della Solland.

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