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Trentino

Nasce la «Montagnaterapia»: firmato l’accordo tra SAT e APSS

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I pazienti dei centri di salute mentale hanno bisogno anche di cure alternative, specialmente nella fase di riabilitazione, ma è una possibilità anche per tutte le persone con disabilità.

E’ in quest’ottica che va letta la convenzione sottoscritta dall’Azienda Sanitaria e la Sat, rappresentata in occasione della presentazione del progetto dalla presidente Anna Facchini, dalla consigliera Paola Trainotti e da Claudio Colpo coordinatore del gruppo “Montagna per tutti” che ha dichiarato: «È una convenzione che non nasce dal nulla e per caso, ma va a certificare un lavoro che ha decenni di storia alle spalle. Una delle tante attività di Sat magari meno note, ma importantissime che si regge sul volontariato. Il nostro è un servizio di accompagnamento, mettiamo a disposizione la nostra conoscenza del territorio e la capacità di saper individuare un percorso che meglio si adatta al gruppo che si andrà ad accompagnare.

Ripercorrendone velocemente la storia possiamo ricordare la prima esperienza del 92 quando la Sosat organizzò il primo trekking con i ragazzi della Cooperativa La Rete di Trento – un’attività di collaborazione che dura ininterrottamente da 25 anni. Negli anni abbiamo partecipato a svariati convegni e seminari. Varie sezioni Sat hanno organizzato negli anni decine e decine di escursioni giornaliere e/o trekking di più giorni. E ancora il progetto “Rifugio sociale” con il coinvolgimento di altre otto associazioni, grazie all’impegno di Stefano Bertoldi».

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Sulla base dell’accordo saranno organizzate escursioni e altre attività in ambiente montano, con la sapiente guida dei soci volontari Sat e il supporto degli operatori sanitari, per promuovere un approccio inclusivo e accessibile alla montagna che possa avere una valenza terapeutica, riabilitativa e socio educativa per le persone portatrici di diverse problematiche, patologie o disabilità; il tutto con l’obiettivo di favorire il recupero di competenze e la crescita e l’autonomia del singolo all’interno di un gruppo.

Gli interventi socio-sanitari si integrano con le conoscenze culturali e tecniche proprie di chi frequenta la montagna con prudenza, in un lavoro di équipe pianificato e condotto in sinergia.

Inizialmente le uscite saranno dedicate ai pazienti seguiti dai Centri di salute mentale, ma in prospettiva potranno essere coinvolti anche pazienti con altre tipologie di disabilità, avendo la montagna una valenza terapeutica generale.

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La convenzione rappresenta quindi un accordo quadro sulla base del quale saranno definiti dai Centri di salute mentale e dalle varie sezioni Sat i dettagli delle uscite focalizzate sugli utenti, garantendo sempre i requisiti di base di sicurezza e benessere per tutti i partecipanti.

L’accordo prevede inoltre iniziative culturali e divulgative per sviluppare il confronto all’interno della società civile sull’utilizzo della montagna come luogo di miglioramento del benessere fisico e psichico e iniziative di studio e ricerca finalizzate a una maggiore conoscenza delle ricadute clinico-terapiche delle attività di montagnaterapia.

Per la presidente della Sat Anna Franchini la convenzione sottoscritta è: «Un accordo di sistema che risponde anche ad una sollecitazione e suggerimento venuto dal Cai, quando parla di ‘montagna terapia’. È un’attività che si vede poco e l’auspicio è che prenda più visibilità. Ha in sé principi importanti che riconosciamo nelle sue parole chiave: inclusione, cura, accoglienza. Già nel 2018 anche la Federazione della Cooperazione Trentina aveva sostenuto il progetto denominato ‘Esperienze in rifugio’ come modello di inclusione sociale. La Sat nei suoi intenti facilita e promuove la frequentazione consapevole della montagna, riconoscendone anche i limiti. In questo caso lo facciamo individuando percorsi adatti, accompagnando le persone a piedi o sfruttando il trasporto con le joëlette».

 

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