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Bressanone

Ombre sulla linea del Brennero: il processo per il disastro di Bressanone verso la sentenza

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Il 25 aprile 2017 rimane una data spartiacque nella storia ferroviaria dell’Alto Adige: nei pressi di Varna, poco a nord di Bressanone sulla linea del Brennero, un convoglio-cantiere che trasportava materiale pesante travolse i mezzi di manutenzione su cui si trovavano due operai, causando due morti sul colpo. Quel giorno persero la vita Salvatore Verolla, 42 anni, e Achille De Lisa, 52 anni, entrambi originari di Mondragone, impegnati in lavori di manutenzione lungo i binari.

Il convoglio coinvolto era un treno di lavoro dal peso impressionante: circa 2.800 tonnellate, composto da macchinari e da carichi pesanti come traversine in cemento. Le complesse operazioni di gestione di un simile convoglio richiedono procedure tecniche rigorose; le indagini successive all’incidente hanno individuato come elemento determinante un errore nella prova dei freni compiuta prima della partenza, difetto che secondo gli accertamenti tecnici avrebbe compromesso la sicurezza del convoglio stesso.

Il fascicolo giudiziario ha portato all’iscrizione di sette persone nel registro degli indagati: tra loro figurano responsabili della ditta appaltatrice GCF, tecnici e dirigenti di Rete Ferroviaria Italiana (RFI). Le accuse a vario titolo contestate comprendono disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo, lesioni personali gravi e violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro. La ricostruzione processuale si è concentrata sulla catena di responsabilità relativa alle verifiche tecniche e alle procedure operative che precedettero la partenza del convoglio-cantiere.



In una svolta significativa dell’udienza, la pubblica accusa, rappresentata dalla pm Federica Iovene, ha chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati, motivando la richiesta con la formula «perché il fatto non sussiste». La posizione dell’accusa ha spiazzato chi attendeva un diverso sviluppo processuale e ha riaperto il dibattito sulle responsabilità oggettive nelle attività di manutenzione ferroviaria e nella gestione di convogli pesanti.

Le famiglie delle vittime, pur avendo ottenuto risarcimenti extragiudiziali, non si sono costituite parte civile nel processo. Questo elemento ha inciso sulla dinamica del dibattimento e sulle possibili conseguenze civili del pronunciamento penale, lasciando alla magistratura penale il compito esclusivo di valutare eventuali profili di rilevanza penale.

La data in cui la vicenda giudiziaria riceverà un epilogo formale è fissata al 18 novembre 2025, quando è attesa la sentenza. L’attesa è elevata sia per la memoria delle vittime che per gli operatori del settore ferroviario: il procedimento non riguarda solo responsabilità individuali, ma solleva questioni più ampie sulla sicurezza del trasporto su rotaia, sulle procedure di controllo dei mezzi in esercizio e sulla responsabilità delle imprese appaltatrici e delle società infrastrutturali.

Per comprendere appieno il caso è utile ricordare il contesto tecnico e operativo: la linea del Brennero è un asse strategico per traffico merci e passeggeri internazionale e le operazioni di manutenzione lungo binari così trafficati richiedono coordinamento tra aziende appaltatrici e gestori dell’infrastruttura. Gli esiti dell’inchiesta e del processo potrebbero influenzare protocolli di sicurezza, pratiche di collaudo dei freni e responsabilità normative in futuro.

Il processo per il disastro di Bressanone si chiuderà ufficialmente con la sentenza del 18 novembre 2025, un appuntamento che tutti gli attori coinvolti – istituzioni, aziende ferroviarie, sindacati e famiglie delle vittime – seguiranno con attenzione per le possibili ricadute sulla sicurezza ferroviaria e sulla normativa del settore.

Nel frattempo, rimane aperta la questione della prevenzione: la vicenda ha infatti evidenziato come errori nelle procedure tecniche possano avere conseguenze drammatiche quando si maneggia materiale pesante su linee ad alta intensità di traffico. Le conclusioni del processo potrebbero quindi rappresentare un momento chiave per ridefinire garanzie operative e controlli, affinché tragedie simili non si ripetano lungo la linea del Brennero e in altre tratte strategiche del Paese.

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