Italia & Estero
Sanità pubblica: numeri molto preoccupanti, 4,5 milioni di persone rinunciano ad esami e visite
Il Servizio sanitario nazionale “costituisce una risorsa preziosa ed è pilastro essenziale per la tutela del diritto alla salute, nella sua duplice accezione di fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività.
La sua efficienza è frutto, naturalmente, delle risorse dedicate e dei modelli organizzativi applicati, responsabilità, quest’ultima, affidata alle Regioni. Per garantire livelli sempre più elevati di qualità nella prevenzione, nella cura e nell’assistenza, è necessaria la costante adozione di misure sinergiche da parte di tutti gli attori coinvolti”.
Parole del Presidente della Repubblica Mattarella nel suo messaggio inviato l’altroieri in occasione della presentazione presso la Sala Capitolare del Senato del 7° Rapporto sul Servizio sanitario nazionale della Fondazione Gimbe che ha evidenziato numeri preoccupanti.
4,5 milioni di persone che secondo l’Istat rinunciano a esami e visite, di queste 2,5 milioni costrette da motivi economici, aumento del 10,3% nel 2023 di coloro che si pagano le cure e gli esami di tasca propria e un crollo della spesa per servizi di prevenzione delle malattie, che segna un -18,6%, con perdita secca di quasi 2 miliardi di euro tra 2022 e 2023, con divario di 889 euro di spesa sanitaria pubblica pro capite rispetto alla media dei paesi Ocse membri della Ue.
Un baratro di 52,4 miliardi- stima della Fondazione Gimbe – che le attuali opposizioni imputano al Governo attuale, reo di non impegnare sufficienti risorse.
Peccato che la situazione attuale di pre coma del Servizio Sanitario avrebbe altre cause e numeri che il lettore troverà sintetizzate nell’immagine in evidenza e sui quali è libero di farsi una propria opinione.
Resta solo da sottolineare che il Presidente Mattarella poco o nulla abbia osservato in passato circa i tagli lineari e le minori risorse versate al SSN dai governi emanazione diretta della sua parte politica o da lui fortemente voluti.
a cura di Stefano Sforzellini
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