Trentino
Sicurezza stradale in crisi: l’appello del Presidente di Transdolomites per pedoni e ciclisti nelle località turistiche
Con l’arrivo della bella stagione, il traffico automobilistico si intensifica nelle località turistiche, accompagnato dall’aumento di pedoni, motociclisti e ciclisti.
Massimo Girardi, Presidente di Transdolomites, ha sottolineato in una nota che, sebbene l’attività fisica sia benefica, emergono criticità in una viabilità ancora troppo orientata verso le automobili, a discapito dell’utenza debole.
I centri abitati, originariamente progettati per un traffico diverso, devono affrontare problemi legati a marciapiedi stretti, segnaletica insufficiente e illuminazione inadeguata, che rendono l’ambiente urbano poco ospitale.
Girardi critica l’uso irresponsabile della strada, notando come molti ciclisti, specialmente nelle valli di Fassa e Fiemme, ma anche in città come Bolzano, non rispettino le norme basilari di sicurezza, come l’uso di luci, giubbotti rifrangenti e caschi. Questi comportamenti, definiti irresponsabili, potrebbero portare a gravi incidenti.
“La stragrande maggioranza dei ciclisti di sera e notte privi di ogni elementare sistema di illuminazione attiva e passiva. Spesso ombre che si muovo nell’oscurità e che all’improvviso ti trovi in strada. Nessun giubbetto rifrangente, il caschetto sembra essere fatto solo per gli stranieri. Mosche bianche colo che ne fanno uso. Ed è soprattutto tra i residenti che emergono questi comportamenti.
Uso del telefonino mentre si pedala o si attraversa la strada, auricolari che non ti permettono la percezione con il modo attorno; tutto come il pane quotidiano.” si legge.
Il Presidente di Transdolomites richiama l’urgenza di investire in campagne di prevenzione stradale e sottolinea l’importanza della responsabilità familiare nell’educazione alla sicurezza stradale, per evitare tragiche conseguenze.
“Qui non ci troviamo dinnanzi a dimenticanze ma abbiamo a che fare con comportamenti che sanno solo di irresponsabilità. Questo fino a quando non ci scapperà il morto.
Ecco allora che quello che ritengo sia quanto mai urgente è che prima di piangere qualche morto sulla strada dovuto a questi comportamenti si investa nei comuni con determinazione in campagne di prevenzione stradale, che le famiglie si assumano la dovuta responsabilità di come mandare in strada i propri figli e figlie, e che nella coscienza di ognuno non prevalga magari la moda di farsi beffa delle buone pratiche perché prima o poi il destino presenta il conto.”
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