Italia & Estero
Toscana, il primo suicidio assistito: un caso che riaccende il dibattito sul fine vita
Per la prima volta in Toscana si è verificato un caso di suicidio medicalmente assistito, dopo l’approvazione della legge regionale che regola tempi e modalità per l’accesso al fine vita, approvata a febbraio e successivamente impugnata dal Governo.
Come specifica l’Ansa, a renderlo noto è stata l’Associazione Luca Coscioni, che ha comunicato come il 17 maggio, in Provincia di Siena, lo scrittore Daniele Pieroni abbia scelto consapevolmente e con serenità di porre fine alla propria vita. La sua decisione è stata resa possibile grazie alla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale e alla nuova normativa toscana.
Purtroppo, Pieroni conviveva dal 2008 con il morbo di Parkinson e, a causa di una grave disfagia, era costretto a nutrirsi tramite Peg per quasi tutta la giornata.
Attraverso un messaggio diffuso sul proprio canale Facebook, l’Associazione Luca Coscioni ha reso noto che Daniele ha scelto di porre fine alle proprie sofferenze nella sua abitazione, seguendo integralmente quanto previsto dalle sentenze della Corte costituzionale e dalla legge toscana sul fine vita.
Daniele ha voluto accanto a sé i propri familiari, le persone che si sono prese cura di lui nel tempo, i medici dell’ASL e Felicetta Maltese, rappresentante dell’Associazione Luca Coscioni.
Marco Cappato e Filomena Gallo, rispettivamente Tesoriere e Segretaria Nazionale dell’Associazione, parlando dell’impugnazione da parte dell’Esecutivo, l’hanno definita “una scelta ideologica e priva di fondamento giuridico, che ostacola un diritto già riconosciuto”.
A rivendicare il ruolo di questa legge è stato il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani con un messaggio sul suo profilo Facebook: “La legge toscana sul fine vita che abbiamo approvato nei mesi scorsi ha colmato un vuoto, occorre però adesso una norma nazionale che formalizzi quanto affermato dalla Corte Costituzionale con la sentenza 242 del 2019.
La nostra legge ha reso concreti i principi contenuti nella sentenza, permettendo ai cittadini di accedere ad un percorso di fine vita medicalmente assistito, rispettando il principio di autodeterminazione e la dignità delle persone.”
Questo episodio, comunque lo si consideri, segnerà un passaggio cruciale nei prossimi mesi sia sul piano politico che su quello sociale in Italia. Di fronte a un tema così delicato, è fondamentale garantire rispetto per le scelte individuali di chi decide di porre fine alle proprie sofferenze, così come per le convinzioni religiose di chi, per fede, non condivide questa possibilità. Solo nel riconoscimento reciproco si può affrontare un dibattito sereno e civile.
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