Italia & Estero
Ucraina, il prezzo di una guerra che consuma speranze e futuro
Non sono tempi facili per Volodymyr Zelensky. L’Ucraina sembra piegarsi sotto il peso di una guerra che non accenna a finire, con i russi che premono ai confini e le ferite interne sempre più profonde. Mentre dall’esterno diminuisce il sostegno e cresce l’isolamento, all’interno il Paese deve fare i conti con scandali e corruzione che minano la fiducia e minacciano la sopravvivenza politica del suo presidente.
Fonti del Kyiv Post hanno rivelato che negli Stati Uniti, l’amministrazione Trump starebbe cercando di smorzare nei documenti ufficiali delle Nazioni Unite qualsiasi riferimento diretto alla “integrità territoriale dell’Ucraina” e alla “condanna dell’occupazione russa”. Secondo due fonti da Washington, la presidenza avrebbe chiesto di cancellare espressioni come “aggressione” e “terre occupate”. Un gesto che, se confermato, equivarrebbe a una vera e propria resa diplomatica, lasciando Kiev più sola che mai sul fronte internazionale.
Nel frattempo, l’Europa discute, ma agisce poco. Da Kiev, portali d’informazione e analisti invocano un’unità di intenti tra gli alleati, affinché il sostegno non resti confinato alle parole. Se ne parlerà al vertice dei ministri degli Esteri del G7 in Canada, mentre a Leopoli, il 10 e 11 dicembre, si terrà il consesso europeo dedicato all’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea — un processo bloccato dal veto dell’Ungheria.
Dalla parte opposta, Mosca mostra un volto diplomatico solo di facciata. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha definito la conversazione con l’omologo americano Marco Rubio “buona e cortese”, dichiarando che la Russia è “pronta a riprendere i lavori preparatori del vertice di Budapest”. Parole morbide, che nascondono la durezza di una guerra che ogni giorno semina morte nel cuore dell’Ucraina.
Zelensky ha cercato di ritrovare un frammento di speranza a Kherson, celebrando i tre anni dalla sua liberazione. “Ringrazio tutti i nostri guerrieri che hanno combattuto per Kherson e il coraggio della resistenza”, ha detto commosso, nel luogo simbolo delle vittorie del 2023. Ma le strade silenziose e le rovine della città hanno raccontato una verità diversa: Kherson è ancora sotto tiro, bersagliata dai colpi russi che partono dall’altra sponda del Dnipro. È una città fantasma, prigioniera della paura, dove solo pochi cittadini hanno trovato il coraggio di tornare.
Nelle stesse ore, il presidente ha ricevuto rapporti allarmanti dal comandante in capo Oleksandr Syrskyi. Sui social, Zelensky ha ammesso che “l’attenzione principale è adesso rivolta a Pokrovsk e Zaporizhzhia, dove i russi stanno intensificando il numero e l’entità degli attacchi”. Le condizioni meteo, umide e fredde, sembrano ora favorire l’avanzata russa, rendendo quasi impossibile per le truppe di Kiev mantenere le posizioni.
Cinque villaggi a sud di Zaporizhzhia sono stati evacuati nelle ultime ore. L’80 per cento della regione, inclusa la centrale nucleare più grande d’Europa, è ormai sotto occupazione. Mosca mira a impadronirsi anche del capoluogo, un tempo città industriale fiorente da 800 mila abitanti. Le intenzioni di Vladimir Putin appaiono inequivocabili: occupare completamente Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, le quattro regioni che aveva già tentato di annettere con un referendum giudicato illegale nel settembre 2022.
Come se non bastasse, il fronte interno ucraino è ulteriormente scosso da un nuovo scandalo di corruzione. Gli investigatori delle agenzie anticorruzione hanno incriminato sette alti dirigenti del settore energetico, accusati di tangenti per oltre 100 milioni di dollari. Tra loro figura Timur Mindich, uomo d’affari e stretto collaboratore di Zelensky ai tempi della sua carriera artistica. In un Paese stremato dai bombardamenti, dove intere città restano al buio, la notizia ha avuto l’effetto di una bomba politica.
Zelensky, che in passato aveva mostrato titubanze verso le inchieste interne, questa volta ha scelto di schierarsi con decisione: “Bisogna fare pulizia”, ha dichiarato. Ma la fiducia del popolo appare fragile, e il presidente rischia di pagare il prezzo politico di una guerra che molti considerano ormai senza sbocchi.
L’Ucraina, tra l’ombra della resa e la luce della resistenza, prosegue la sua lotta. Ma oggi più che mai, sembra combattere da sola, tradita dagli alleati, ferita dalla corruzione e logorata da un conflitto che sta divorando non solo le sue città, ma anche la speranza del suo futuro.
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