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Società

7 ottobre: contro la “schiavitù moderna” si celebra la Giornata mondiale per la dignità del lavoro

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Dal 2008 le organizzazioni aderenti alla Confederazione sindacale internazionale celebrano il 7 ottobre la Giornata mondiale per la dignità del lavoro. La Chiesa sostiene questa iniziativa. 

Si legge in una nota della Diocesi altoatesina: “Coloro che possono riconoscere il valore e il significato del proprio lavoro e identificarsi con esso e che possono viverne bene, sono felici e contenti. Ma il lavoro non rende solo felici. Può anche far ammalare.

Le condizioni politiche e le garanzie del diritto del lavoro devono assicurare la libertà, l’uguaglianza e la solidarietà nel mondo del lavoro. Ogni uomo ha diritto di vivere dignitosamente secondo la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

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Tuttavia, questo diritto è spesso calpestato: schiavitù moderna, sfruttamento attraverso varie forme di lavoro precario, lavoro minorile, discriminazioni contro le donne, ecc.

Non dobbiamo guardare solo all’Alto Adige. L’ossessione per la crescita, la dipendenza dal consumo e lo spreco di risorse portano ad un vicolo cieco ecologico. La disoccupazione diffusa, il lavoro precario e i salari iniqui sono causa di povertà e miseria. La giustizia è un prerequisito per la pace. E la pace è un prerequisito per il benessere.

Se per avidità di profitto i ricchi diventano sempre più ricchi e la povertà aumenta, e se le persone sono spesso viste solo come un fattore produttivo, consumatori o utenti, allora noi cristiani dobbiamo alzare la voce per protestare“. 

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Ciò che ha scritto Papa Francesco nella sua enciclica sulla responsabilità verso il Creato e la difesa del clima vale per la politica sociale: “Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche. Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale”.

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