Italia ed estero
Italia maglia nera dello spread? In Europa c’è chi sta peggio
Italia maglia nera dello spread in Europa? A quanto pare no e c’è chi sta andando peggio di noi: la Grecia, guidata da Tsipras e l’Ungheria di Orban.
Oggi lo spread, che, lo ricordiamo, è il differenziale tra la rendita dei nostri titoli di stato e quelli tedeschi, i Bund, è schizzato a quota 334,7 punti base. Un record che era stato raggiunto solo nel 2014, agli esordi del Governo Renzi.
Anche se non siamo ultimi, non dobbiamo però rallegrarcene. Se guardiamo la differenza tra la nostra quota di spread e quello degli altri partners europei, la situazione rimane critica.
I nostri vicini austriaci hanno uno spread pari a soli 22,8 punti base. Se andiamo ancora più a nord, in Danimarca, vediamo che lì lo spread è addirittura negativo, ed è assestato a quota -4,9 punti base. Questo valore, che appare estremamente basso, è in realtà ancora alto, se paragonato con lo spread svizzero, che ha un valore di -40,4 punti base.
Oggi i Paesi che in Europa stanno peggio sono: la Grecia con uno spread pari a 410,3 e l’Ungheria, con una quota pari a 341,7 punti base, seguite dal Belpaese. Peggio di noi, anche se al di fuori del Mercato Unico, c’è l’Islanda, con una quota pari a 563 punti base.
E nel resto del mondo? Facciamo qualche esempio: l’Australia, Paese notoriamente annoverato tra quelli più ricchi, non ha uno spread eccezionale e si assesta a 229,5 punti base, mentre la Cina è a quota 317,5.
Altri nomi Paesi dai nomi e dalle economie “illustri” non hanno uno spread così buono, come, ad esempio, il Canada, a quota 209,4 o Hong Kong, che ha raggiunto quota 206,2 punti base.
I Paesi meno ricchi hanno uno spread estremamente alto, come ad esempio il Brasile, a quota 1.007,5, oppure la Turchia, con un valore di 1.745,5 punti base. Eppure questi valori, anche da noi italiani considerati così alti, non sono considerati come “destabilizzanti” per il mercato internazionale.
Quello che fa realmente la differenza tra i vari Paesi è però la loro capacità industriale, tecnologica e finanziaria.
Questo è il motivo per cui il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha definito «pericolosi i debiti eccessivi, non solo per i Paesi che li hanno accumulati, ma anche per l’Europa intera.»
Ragionando per assurdo, se la Francia, che oggi ha uno spread di soli 40.7 punti, arrivasse ad avere uno spread come il nostro, la situazione non sarebbe considerata così critica. Quello che appesantisce il giudizio sul nostro Paese è il debito pubblico e la manovra finanziaria che sta portando avanti.
Al centro delle polemiche, e sulla futura solvibilità del debito italiano, e quindi sull’innalzamento dello spread, ritorna per cui al centro della questione la tanto amata/ odiata manovra finanziaria. L’unico dubbio che rimane è: la manovra che viene portata avanti dal governo giallo-verde, non dovrebbe però riuscire a diminuire il debito pubblico e quindi dare maggiore credibilità finanziaria al nostro Paese?
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