Bressanone
Festival dell’Acqua a Bressanone: “Ghiacciai altoatesini ridotti del 25% negli ultimi 10 anni”
Sono stati il paladino del clima Luca Mercalli, l’esperto di ghiacciai di alta montagna Roberto Dinale e l’alpinista Hans Kammerlander ad aprire la sessione plenaria del Festival dell’Acqua di Bressanone.
Al centro delle riflessioni, introdotte da Rudi Oss, presidente Confservizi Trentino Alto Adige, l’emergenza ambientale che il pianeta Terra sta vivendo.
Sì, perché anche se i suoi detrattori gli danno del catastrofista, il presidente della Società Meteorologica Italiana Luca Mercalli parla chiaro in termini di riscaldamento globale: “C’è differenza fra il tempo meteorologico che avvertiamo in determinate zone e limitate in un arco temporale e il clima globale – ha spiegato -: quello che deve far riflettere oggi sono i 31° registrati ieri a San Pietroburgo in Russia, pari a 23° sopra la media. Il nostro pianeta ha la febbre e la mancanza di ghiaccio sul mare artico sconvolge il bilancio energetico del globo.
Negli ultimi 150 anni la temperatura è salita di 1,5 gradi in tutto il mondo: solo sulle Alpi, nell’ultimo secolo, l’innalzamento è stato pari ad un grado. Se i governi non interverranno con azioni concrete a salvaguardia dell’ambiente entro fino secolo, si raggiungeranno i 5 gradi nel giro di 80 anni e si andrà verso una situazione di non ritorno“.
In linea con l’analisi tracciata da Luca Mercalli c’è pure Roberto Dinale, responsabile dell’Ufficio Idrografico della Provincia di Bolzano, che ha tracciato una fotografia di come si presenta l’arco alpino oggi: “I nostri ghiacciai sono una cartina tornasole del clima che cambia e la zona dell’Alto Adige non è nuova al fenomeno della siccità. In Val Venosta, per esempio, da secoli si porta l’acqua alle zone agricole attraverso canali“.
Dinale si è poi soffermato sullo stato di salute dei ghiacciai: “Quelli vallivi, i più ampi, sono rientrati di 2 chilometri rispetto all’Ottocento. Il nuovo catasto dei ghiacciai altoatesini aggiornato al 2016/17 è in fase di completamento e mostra come negli ultimi 10 anni la superficie glacializzata si sia ulteriormente ridotta del 20-25% per una perdita complessiva di poco meno del 75% rispetto alla massima estensione della Piccola Età Glaciale, che ha avuto il suo apice 150 anni fa“.
Dinale ha inoltre spiegato come, considerati gli scenari di emissione dei gas serra e quelli climatologici relativi, nel 2050 la metà della massa dei ghiacciai alpini sarà scomparsa, indipendentemente da come ci comporteremo fino ad allora.
“Se riusciremo a limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 gradi, rispettando gli accordi sul clima di Parigi, a fine secolo ne sopravvivrà un terzo, in caso contrario sulle Alpi i ghiacciai si esauriranno: quello di Fontana Bianca, per esempio, rientra già nella schiera di quei ghiacciai che non potremo più salvare. Sono necessarie misure strutturali: i serbatoio del futuro necessitano di un adeguamento della barriera antisale alla foce dell’Adige e di una gestione integrata degli stessi serbatoi“.
Per Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche che organizza il Festival, a fronte di fenomeni climatici estremi sempre più frequenti, per garantire nei prossimi anni un approvvigionamento sicuro di acqua potabile, sono necessari nel nostro Paese investimenti pari a 7,2 miliardi di euro: 3,9 nel Sud e nelle Isole, 1,9 al Centro e 1,3 al Nord.
Tra gli investimenti già pianificati, il 75% sono destinati a interventi per la costruzione di collegamenti di schemi idrici (3,1 miliardi) e per la riduzione delle dispersioni (2,3 miliardi).
Seguono gli investimenti per nuovi approvvigionamenti (606 milioni), per serbatoi e invasi (359 milioni), per dissalatori (202 milioni) e per il riuso delle acque reflue (43 milioni).
La realizzazione di tali interventi comporterebbe una maggiore quantità di acqua disponibile – intesa come acqua recuperata o come acqua supplementare prodotta – stimata in 1,7 miliardi di mc/anno.
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