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Alto Adige

Mascherine a 50 cent? I farmacisti smentiscono Conte Arriva l’accordo con Federfarma

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Devono metterci in condizioni di non vendere in rimessa. 0,50 era il prezzo delle mascherine prima della crisi. Ora i magazzini le rivendono praticamente al doppio“.

E’ questa la protesta dei farmacisti italiani che rispondono con una secca smentita a quanto dichiarato dal premier Conte il 26 marzo in conferenza stampa.

Non sarebbe tecnicamente possibile vendere agli italiani le mascherine chirurgiche a 50 centesimi, anche se a stabilire il nuovo prezzo di vendita è un’ordinanza di Domenico Arcuri, commissario per l’emergenza.

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L’obiettivo dell’ordinanza è quello di calmierare i prezzi dei presidi individuali di protezione ed evitare così speculazioni o truffe, ma la misura non sarebbe sostenibile per le farmacie che confermano: “Le attuali condizioni non permettono di venderle a quel prezzo” tanto che nemmeno l’eliminazione dell’iva ipotizzata da Conte sarebbe sufficiente a compensare la differenza con il prezzo attuale, oltre al fatto che il guadagno per il farmacista sarebbe zero.

In tempi non sospetti, le mascherine costavano infatti tra i 20 e i 30 centesimi. Ora, in emergenza, in provincia di Bolzano si pagano da 1,50 a 2 euro (mentre nel resto d’Italia i prezzi sono anche più bassi).

L’intervento di Arcuri con un accordo tra governo, Ordine dei farmacisti, Federfarma e Assofarm sembrerebbe però voler mettere ordine nella situazione, di modo che tutte le farmacie e le parafarmacie italiane vengano messe in condizione di vendere la merce al prezzo massimo di 0,50 euro, al netto dell’Iva e senza danni economici.

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Cosa succederà? Come riportato anche da La Stampa, alle farmacie che, negli ultimi giorni, hanno acquistato dispositivi di protezione a un prezzo superiore ai 50 centesimi verrà garantito un rimborso e saranno assicurate forniture aggiuntive tali da riportare la spesa sostenuta, per ogni singola mascherina, al di sotto del prezzo massimo deciso dal Governo.

E’ inoltre prevista la sottoscrizione di un secondo accordo che permetterà alle associazioni di farmacisti di negoziare, congiuntamente con il commissario, l’acquisizione di importanti quantitativi di mascherine a un prezzo inferiore a quello massimo fissato dall’ordinanza.

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