Economia e Finanza
Monte dei Paschi approva il nuovo piano per sopravvivere: previsti fino a 6 mila esuberi con ricapitalizzazione da 2,5 miliardi di euro
Monte dei Paschi ha presentato un piano strategico di ristrutturazione interna 2021 -2025, con un progetto che prevede la riorganizzazione e la razionalizzazione delle funzioni delle direzioni e la chiusura di circa sessanta sportelli. Questo, porterebbe a nuovi tagli del personale, con una riduzione di 2670 unità tra nuovi ingressi ed uscite che porteranno la banca nel 2025 ad avere meno di ventimila dipendenti.
Per coprire una carenza di patrimonio che il prossimo 31 marzo è quantificato in oltre 300 milioni, e a gennaio 2022 potrebbe arrivare a 1,5 miliardi, sarà inoltre necessaria una ricapitalizzazione di quasi 2,5 miliardi.
Il futuro della banca senese passerà quindi attraverso una profonda riduzione dei costi che allarma già i sindacati e molti partiti del territorio, visto che l’azione porterebbe tra i 3 e i 6 mila esuberi. Secondo i sindacati le uscite del personale dovrebbero essere volontarie con pensionamenti o prepensionamenti e affiancate da nuovi ingressi.
Il nuovo piano, è stato presentato ipotizzando iniziative strategiche coerenti con il mantenimento dell’attuale modello operativo, “al fine di non porre vincoli ad ipotesi aggregative”. Ipotesi che continuano ad essere contestate e discusse, visto che il Movimento 5 stelle e Pd chiedono al Mef di rinviare l’uscita del capitale dalla banca.
Inoltre, secondo l’agenzia statunitense Bloomberg, il Tesoro starebbe intensificando gli sforzi per cedere Monte dei Paschi ad Unicredit, con l’obbiettivo di chiudere l’operazione agli inizi del 2021. Per scongiurare l’alleanza, i grillini hanno depositato due emendamenti alla manovra, che dopo essere stati stralciati sono tornati in visione.
Il primo mira ad abbassare a 500 la dote fiscale destinata alle banche che si fondono. Il secondo invece, incentiva gli aumenti di capitale. Norme che potrebbero consentire di tenere Monte dei Paschi in mano pubblica senza la ricapitalizzazione da parte dello Stato.
Di contro, dal Ministero il più acceso sostenitore della privatizzazione della Banca senese, Roberto Gualtieri chiarisce che gli “incentivi fiscali alle fusioni contenute nella bozza della legge di bilancio non hanno un target specifico, ma lo scopo è infatti fornire incentivi alle aggregazioni”. In ogni caso, la ricapitalizzazione ricadrà sulle spalle del Mef che dovrà avere anche l’approvazione anche da parte di Bruxelles.
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