Politica
Scuola internazionale, lo annuncia Achhammer
Via a una scuola “internazionale”? L’assessore provinciale alla Scuola Achammer ha dato il “la” annunciando l’avvio prossimo del progetto. L’accreditamento è ancora in sospeso, ma l’introduzione del modello sembra ormai cosa fatta.
Questo significa che, sempre in teoria, al massimo entro due anni, in Alto Adige verrà istituito un sistema di classi con orientamento internazionale, con l’inglese come lingua principale di insegnamento.
Viene così a confermarsi, quanto uno studioso affermò qualche anno fa a un giornalista, a margine di un convegno: “…il politico altoatesino si muove come un bradipo…e ci vogliono anni per capire e prendere una decisione”. Vero, perché una lista civica di centro-destra, aveva già avanzato questa proposta almeno cinque anni fa a Fortezza, quando in paese, le scuole elementari rischiavano di chiudere.
Ancor prima, l’Università di Bolzano, facoltà di pedagogia, aveva posto sempre le elementari “Collodi” di Fortezza al centro di una ricerca per individuare, tra gli altri, nuovi metodi di insegnamento in una scuola dalla maggioranza degli allievi provenienti da paesi extra-UE.
Che non c’entra nulla con le richieste di Assoimprenditori rivolte all’assessore, ma il risultato sarebbe lo stesso. Naturalmente i tempi della politica sono altri. E il plurilinguismo è rimasto, com’era sin dall’inizio, solo all’università dove le lingua, italiano-tedesco-inglese, sono equamente divise in percentuale e in materie dedicate. Ora, con una mozione, Alex Ploner (team K) chiede che la scuola internazionale (IBO) venga offerta in diversi comprensori scolastici e per ogni grado.
Riassumendo: dopo che per anni la proposta di introdurre in Alto Adige la scuola europea riconosciuta veniva respinta, l’assessore Achammer si schiera a favore della scuola internazionale, sollecitato in tal senso dal mondo economico: la richiesta, indirizzata per dare un’offerta educativa ai figli dei professionisti che arrivano dall’estero, potrebbe in realtà risolvere anche la problematica di quei centri o di quei quartieri delle grandi città, dove la forte immigrazione concentra etnie e culture diverse, rendendo l’insegnamento “quasi monolingue” un problema per il personale docente.
Il concetto dell’IBO prevede un’offerta formativa internazionale per l’intero percorso educativo dalla scuola primaria alla secondaria superiore e dunque Ploner sottolinea che se ora la Giunta provinciale vuole implementare il concetto, lo faccia per tutti gli ordini e grado. L’obiettivo della scuola internazionale è lo scambio interculturale e la formazione del pensiero critico, dalla scuola primaria, idealmente anche dall’asilo, fino alla maturità internazionale. Soprattutto in Alto Adige ci sarebbero le condizioni ideali per un’offerta formativa di questo tipo.
Nel ragionamento dell’esponente del “team K” c’è la contraddizione in termini del pensiero Svp: da un lato l’annuncio di Achhammer, dall’altro la separazione linguistica esistente nelle scuole.
Un progetto serio dovrebbe essere portato avanti con le tre sovrintendenze scolastiche congiuntamente. Senza il rischio di creare una scuola elitaria (come le scuole americane, in Italia e presenti peraltro in moltissimi paesi del Terzo Mondo o dove ci sono grandi ambasciate a stelle e strisce), ed etnicamente dedicata. Fosse solo in inglese, si rischierebbe di perdere una buona fetta di identità. Se ne discuterà in Consiglio provinciale questa settimana.
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