Bressanone
Bressanone, il cruccio dell’ausiliario al traffico: storia di una multa
C’è una figura, nell’ordinamento delle Polizie Locali, le vecchie Municipali, che a ben vedere non è né-carne-né-pesce: dell’agente della Polizia Locale, ha solo i compiti e il potere di rilevare le infrazioni.
Ma non ha la divisa, se non un giubbotto catarifrangente, non porta un’arma, se non quella specie di miniregistratore di cassa con il quale rilascia scontrini pari a multe. Da pagare “con comodo” ma entro i drastici termini annunciati sulla scontrino-pari-a-multa nella sede centrale della Polizia Municipal-locale, piuttosto che alla Posta o dal tabaccaio.
Il suo compito? Ingrato davvero, perché si prende valanghe di insulti, a volte sputi se non addirittura goffi e sbadati ma minacciosi e pericolosi tentativi di investimento.
A Bressanone ha un numero, col quale firma i suoi interventi: il 52. Che in altre città passerebbe per quello di un tram. Ha una serie di “capi” ai quali render conto del suo operato, con, in cima alla piramide, una donna, decisa: il maggiore Jessica Ruffinatto.
Il 52 ha un compito, solo quello: di rilevare comportamenti scorretti di parcheggio, da parte degli automobilisti che, in una società dove bisogna pur trovare il tempo di passare quelle 4 ore (media italiana) al cellulare, bisogna correre per fare tutto il resto.
E allora si parcheggia dove capita, si attraversa in bici sulle strisce a tutta velocità, dimenticando di essere su di un veicolo e che le auto, se pedali, hanno la precedenza ma che se ti prendono sotto sono loro, gli automobilisti, i cattivoni, e se c’è un buco, pur riservato ai disabili, chissenefrega.
“Tra i nostri compiti – precisa il comandante di Bressanone – c’è anche la guerra ai furbetti: ne abbiamo viste di tutti i colori, dai rappresentanti di commercio che entrano nelle zone a traffico limitato con permessi per invalidi prestati da amici e parenti, a chi parcheggia grazie a fotocopie di autorizzazioni a chi addirittura parcheggiava con permessi legati a persone decedute. Dobbiamo pensare innanzitutto a tutelare i più deboli – afferma Jessica Ruffinatto – e questi sono i disabili”.
Dietro, c’è un fatto, accaduto di recente, assieme a una levata di scudi sui social contro la puntigliosità in generale dei vigili e del “nostro” 52: automobile che parcheggia davanti all’Eurospar di Millan. Il permesso per invalidi è regolarmente sul cruscotto. La mamma, titolare del permesso, attende che la figlia, alla guida, l’aiuti a scendere, per far la spesa. La sua borsettina è anch’essa appoggiata sul cruscotto e nel ritirarla, il permesso cade, infilandosi tra la portiera e il sedile.
Le due donne entrano per le commissioni, mentre in zona arriva l’agente 52. Controlla le auto e nota le infrazioni: una due, tre macchine fuorilegge. Strisciolina, con invito a pagare. Poi l’auto posteggiata in luogo dedicato. Il permesso non c’è e non si vede.
Multona da 165 euro e 4 punti in meno sulla patente. Bella botta! A nulla vale che la signora alla guida corra dall’agente 52 per dimostrargli che il permesso c’è, ma non si vede. Alea iacta est, il dado è tratto. Il diabolico scontrino non si ritira. Parte l’iter che sarà lungo, del ricorso.
“Gli accertamenti scagioneranno sicuramente la signora alla guida e l’invalida che le stava accanto” – afferma il comandante Ruffinatto – ma l’agente 52 ha agito proprio in tutela dei più deboli, nel suo ruolo di vicinanza ai cittadini. Beh, vista così, ha ragione. L’agente 52, continuerà a prendersi insulti. E speriamo che regga. Gli altri suoi pari han cercato di meglio abbandonando l’incarico, ingrato e poco pagato.
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