Italia ed estero
“Stop a nuove croci sulle vette delle montagne”: scoppia la polemica
Tutto è partito da un articolo pubblicato sul sito Lo Scarpone, il portale ufficiale del Club alpino italiano dal titolo: “Croci in vetta: sbagliato rimuoverle, anacronistico installarne di nuove”. L’articolo scritto dall’antropologo Pietro Lacasella si chiede come l’attuale società possa ancora rispecchiarsi nel simbolo della croce e quindi, se abbia ancora senso installarne di nuove. Tutto questo, chiaramente collegato ad un dialogo sulle nuove esigenze paesaggistiche e culturali. Un ragionamento che ha inevitabilmente fatto scoppiare non poche polemiche.
Se si definiscono croci di vetta quella posizionate sulle cime dei monti che raggiungono almeno i duemila metri, questo non è per forza una regola, visto che molte possono trovarsi anche ad altezze inferiori.
Attualmente, il Club alpino italiano si è detto comunque contrario alla rimozione delle croci già esistenti perché “sarebbe come cancellare una traccia del nostro cammino”. Si tratterebbe quindi di uno sguardo verso quello che potrebbe succedere in futuro.
La posizione del Cai, in sintesi, è: “lasciare integre le croci esistenti, perché testimonianze significative di uno spaccato culturale” ma allo stesso tempo “evitare l’istallazione di nuovi simboli sulle cime”.
La polemica arriva fino ai tavoli della politica, con il commento di Matteo Salvini: “Rispetto le idee di tutti, amo la montagna e penso che il Cai faccia un lavoro enorme per tutelarla e valorizzarla”, scrive il leghista sui soicial. “Penso però che la proposta di ‘vietare’ il Crocifisso in montagna perché ‘divisivo e anacronistico’ sia una sciocchezza, senza cuore e senza senso, che nega la nostra Storia, la nostra cultura, il nostro passato e il nostro futuro” – conclude.
Ai commenti si aggiunge inevitabilmente quello della ministra del Turismo Daniela Santanchè: “Resto basita dalla decisione del Cai di togliere le croci dalle vette delle montagne senza aver comunicato nulla al Ministero”.
“Non avrei mai accettato una simile decisione che va contro i nostri principi, la nostra cultura, l’identità del territorio, il suo rispetto. Un territorio si tutela fin dalle sue identità e le identità delle nostre comunità è fatta di simboli che custodiscono nel tempo la storia e valori. Invito il presidente del Cai a rivedere la sua decisione”.
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