Economia e Finanza
Autotrasporto al collasso: troppi mezzi vetusti in Italia, in gioco sicurezza e sostenibilità del settore

“Servono misure immediate per il rinnovo del parco circolante. È in gioco la sostenibilità e la sicurezza del trasporto”.
CNA Fita del Trentino Alto Adige sostiene con forza la presa di posizione congiunte di tutte le categorie dell’autotrasporto.
“Le sempre più stringenti normative in materia ambientale – afferma Piero Cavallaro, referente della CNA regionale – rischiano di bloccare il trasporto delle merci fuori e dentro le città, anche nella nostra regione”.
Gli operatori del settore sono riusciti a far passare nell’opinione pubblica la consapevolezza che il parco circolante italiano è il più vecchio d’Europa (età media di 13,5 anni), il 63,1% dei veicoli >3,5t è ante Euro 4 (pari a 418.668 veicoli).
Solo il 12,4% del parco circolante è rappresentato da veicoli Euro 6 (pari a 82.274 veicoli): con questo trend ci vorranno 17 anni per sostituirli tutti. Ma la cosa più grave è che soltanto l’11,9% dei veicoli è dotato dei dispositivi di sicurezza, obbligatori dal 1° novembre 2015 (frenata autonoma emergenza e mantenimento corsia).
“Nonostante tutti gli investimenti promossi – prosegue Cavallaro – non sembra ancora esserci consapevolezza sulle conseguenze di questa realtà, e cioè che il sistema dell’autotrasporto, senza adeguato rinnovo dei mezzi con i quali opera, continua ad invecchiare, perdendo ogni giorno in sostenibilità e sicurezza. La disinformazione e la distrazione generalizzate, hanno generato in molti casi effetti negativi per la percezione collettiva nei confronti dell’autotrasporto”.
Da venti anni a questa parte gli interventi sul comparto effettuati senza precise strategie e senza sostegno strutturale non hanno risolto nulla, mentre un numero impressionante di piccole imprese ha chiuso i battenti e una quantità non indifferente di medio grandi è emigrata.
Tra le cause principali la pressione fiscale, i costi di gestione (in primo luogo carburanti e lavoro) e la complessità della burocrazia.
Tutto questo ha portato gravi perdite economiche e fiscali per il nostro Paese a vantaggio di altri Paesi europei che hanno rafforzato ulteriormente il proprio sistema logistica e trasporto: negli ultimi dieci anni lo Stato ha perso 105 milioni di euro di mancato gettito fiscale, i costruttori circa un miliardo e mezzo di fatturato e l’occupazione del settore ha visto perdere 135.000 posti di lavoro, senza contare l’indotto.
Dal punto di vista dell’occupazione e del lavoro nel settore, in questo comparto servono addetti professionali adeguatamente preparati: dai conducenti (in Europa ne mancano, secondo le ultime informazioni, circa 180.000) ai tecnici di officina, dagli addetti alla logistica agli esperti di materie pericolose.
“Tutti i soggetti attori sulla scena dell’autotrasporto italiano – conclude la Cna Fita regionale – di fronte alla mancanza di attenzione razionale ai gravi problemi che affliggono da tempo il settore, chiedono ai decisori politici di considerare finalmente il mondo del trasporto e della logistica come strategico per il nostro Paese e di ripristinare le forme di sostegno destinate al rinnovo tecnologico del parco circolante italiano, consentendo così a questo settore di diventare maggiormente competitivo nello scenario europeo, più sicuro e meno impattante per l’ambiente“.
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