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Arte e Cultura

“Conoscere per Capire: un viaggio nelle Semirurali”: domenica 7 la mostra fotografica sulla storia del quartiere

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Domenica 7 ottobre, dalle ore 11 alle 18, si inaugura la prima edizione della mostra fotografica “Conoscere per Capire: un viaggio nelle Semirurali” curata da Valentina Failo, nata nel quartiere Don Bosco e attivista nel mondo della cultura.

La conferenza di apertura è prevista per le ore 12 al parco delle Semirurali a Bolzano, con la partecipazione di Sabrina Bresadola, consiglier@ comunale del MoVimento 5 Stelle, Angelo Rizzo, consiglier@ di quartiere, e gli anziani del quartiere.

Alla mostra saranno dunque presenti anche i candidati alle prossime elezioni provinciali chiudendo così un cerchio perfetto nella logica di governance multilevel, dove ogni istituzione, a partire dai cittadini, è parte attiva dei processi di cambiamento.

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“Riteniamo che il patrimonio non sia soltanto legato al luogo fisico ma a quell’insieme di connessioni che si sviluppano tra le persone e creano il patrimonio culturale collettivo – esordisce Sabrina Bresadola – Il Piano urbanistico del Piacentini prevedeva che la città dovesse presto raggiungere i 100.000 abitanti e che questi dovessero abitare soltanto nei quartieri già esistenti del centro con la grande via in perfetto stile internazionale dei primi del ‘900 che collegava Gries al nucleo centrale, la città, sostanzialmente, terminava in via Palermo.

C’erano solo via Visitazione e via San Quirino nel primo assetto viario che portava verso la Fiat e verso il cuore operaio della città. Vie che venivano percorse da migliaia di persone al giorno e proprio lì era previsto il primo quartiere operaio.

Nel ’38 però, l’esigenza di edilizia economica dà il via a quelle che saranno poi le Semirurali.

Tra il quartiere Littorio (attuale San Quirino) e le Semirurali, si iniziano a creare delle forti separazioni tra le classi sociali e si comincia a strutturare quell’immobilismo sociale che ancora oggi la nostra società in parte paga.

Così via Cagliari e via Bari diventano il cardo ed il decumano di una comunità che nei fatti è separata dai quartieri vicini.

La mostra vuole appunto mettere in evidenza 6 mesi di incontri con una comunità che è cresciuta e si è sviluppata tra quelle vie.

“Il nostro impegno – dice Angelo Rizzo – sarà quello di ottenere un potenziamento dell’utilizzo del museo implementando gli orari di visita in collaborazione con i veri protagonisti di questa esperienza, riportando la storia raccontata nelle scuole.

Se è vero che ‘siamo dei nani sulle spalle dei giganti’, come affermava Bernardo di Chartres. Le storie che ci hanno trasmesso gli anziani del quartiere, permetteranno a tutti i nostri concittadini, attraverso lo splendido percorso fotografico costruito da Valentina, di poter guardare sempre con serenità al futuro ed alle sfide in esso intrinseche.

Soltanto il senso di comunità, accresciuto dalla conoscenza di quei passaggi che hanno contribuito a sviluppare l’identità collettiva, permetterà il prosperare della nostra collettività“.

La mostra parla di tutte le 339 case delle Semirurali, del modello di vita “vicolo-centrico” come luogo di passaggio e di scambio generazionale.

“Il format di casa rappresenta esso stesso un ritratto di una società ormai perduta – esordiscono invece gli anziani del quartiere – la grandezza della casa era commisurata alle esigenze del nucleo familiare e l’aspetto che ricordiamo tutti con maggiore attenzione era la grande cura ed attenzione al libretto ‘come devo coltivare il mio orto’, utilizzato per la corretta tenuta dell’orto e le date della semina. L’orto era ed è la metafora di un mondo contadino che diventa industriale.”

Ci sentivamo tutti parte di una grande comunità e ricordiamo bene sia il bar Giulia, che la balera di piazza don Bosco. Molti di noi hanno frequentato l’asilo in una baracca, simile ad una stalla, in via Rovigo.

Tutto il resto lo possono trasmettere solo le immagini ed i nostri racconti a chi vorrà venire domenica.”

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