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Dieci milioni per riscrivere la storia: il “Corano europeo” fa infuriare Cisint

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Con un tono che non lascia spazio ad ambiguità, l’eurodeputata della Lega Anna Maria Cisint lancia un attacco frontale contro la Commissione Europea, colpevole – secondo lei – di aver stanziato 10 milioni di euro di fondi pubblici per un progetto che mira a reinterpretare la storia dell’Europa sotto la lente dell’influenza islamica. Un’iniziativa che, agli occhi della parlamentare, appare non solo politicamente scellerata, ma anche culturalmente offensiva e storicamente fuorviante.

Secondo quanto denunciato da Cisint, il progetto, ribattezzato con sarcasmo “il Corano europeo”, si propone di “rileggere la storia dell’Europa alla luce dell’influenza islamica”. Una prospettiva che, per l’eurodeputata, non rappresenta un arricchimento culturale, bensì un’inquietante riscrittura ideologica del passato, spinta da una precisa agenda politica che nulla avrebbe a che fare con la verità storica.

“L’Islam ha provato più volte a conquistare l’Europa con la spada. E ogni volta è stato respinto. Come a Lepanto, nel 1571, quando la Lega Santa fermò l’avanzata dell’Impero Ottomano. Quella è la storia, non la favola ideologica che Bruxelles ora vuole raccontare”, afferma con toni durissimi Cisint, evocando battaglie epocali e mettendo in relazione diretta il passato militare dell’Islam con le attuali politiche culturali dell’Unione Europea.



Ma non è solo una questione di interpretazione storica. La deputata accusa la Commissione di “lavaggio del cervello” ai danni delle nuove generazioni, una vera e propria operazione di indottrinamento, secondo lei, mascherata da ricerca accademica. E il tutto, sottolinea, finanziato con soldi dei contribuenti europei, in un momento in cui famiglie e imprese affrontano crisi economiche sempre più gravi.

“Mentre famiglie e imprese lottano contro crisi economiche, Bruxelles finanzia la propaganda. Altro che priorità: questa è complicità culturale”, denuncia con rabbia, mettendo in discussione le scelte di bilancio dell’UE e accusando le istituzioni europee di aver dimenticato le reali urgenze dei cittadini.

La reazione politica non si è fatta attendere: Cisint ha presentato un’interrogazione parlamentare alla Commissione Europea, firmata anche dalle deputate Susanna Ceccardi, Silvia Sardone e dal controverso generale Roberto Vannacci. L’interrogazione chiede chiarezza su nomi, cifre, finalità politiche e chiede conto alla Commissione su come un simile progetto possa conciliarsi con i principi di laicità sanciti nei trattati europei.

“Diciamo basta all’invasione islamica e a chi spalanca le porte all’invasore. Li fermeremo. Come a Lepanto. Come a Monfalcone”, conclude Cisint, evocando con enfasi scenari bellici e trincerandosi dietro un’idea di Europa che appare sempre più come una fortezza assediata.

Una posizione che non mancherà di suscitare polemiche, ma che solleva interrogativi reali su come l’Europa voglia rappresentare (e riscrivere) se stessa.

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