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Le nostre storie

Domenico Laratta: dal tribunale al palcoscenico, viaggio nella musica dell’avvocato bolzanino

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Scricchiolio di parquet sotto i piedi, in un angolo della stanza una toga nera con nappe dorate, simbolo esteriore dell’elevata funzione sociale, morale ed intellettuale dell’avvocato. Mi trovo nello studio di Domenico Laratta, nel cuore di Bolzano, dal computer alle mie spalle fuoriesce una melodia conosciuta, calda, emozionante.

L’aria si muove tra le onde delle inconfondibili note di una canzone che ha fatto storia e che ha incendiato animi. Dolcenera di De Andrè. La mente viene dirottata nell’atmosfera apocalittica di quel lontano 1972 in cui Genova venne distrutta da una violentissima alluvione. Senso di solitudine e libertà, quello stesso senso che percorre le nostre vite da più di un anno, una colata di fango e acqua che copre tutto “che ammazza e passa oltre” incurante delle vite sospese e spezzate che si lascia alle spalle.

Una sospensione che abbiamo toccato con mano quando un virus mondiale ci ha preso la quotidianità. Ma, come cantava De Andrè “l’amore ha l’amore come solo argomento” e la musica, che è amore e vita, continua a scorrere nelle vene di chi canta con passione e trasporto come Domenico.

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E’ sua la voce che riempie lo studio, è della sua band “Fabrizio De Andrè Ensemble” la musica che avvolge queste emozioni. Hanno realizzato un video in questi mesi di lockdown proprio interpretando la canzone che ci riporta a quella drammatica vicenda, il video è visibile a tutti sul loro sito www.fdaensemble.it. La band in cui Domenico canta e dà sfogo alla sua passione, è nata per caso a gennaio 2019 in occasione dell’evento organizzato a Bolzano per il ventennale della scomparsa del cantautore genovese. Nasce subito, tra i componenti del gruppo, un forte feeling che li porta a strutturare la band, non solo per quell’occasione ma anche proiettando questa poesia in musica sul lungo termine.

Tutto il 2019 li ha visti protagonisti di vari eventi itinerando nella nostra bellissima Italia. Undici musicisti di diverse località, tra cui Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, interpretano, avvolgendo la voce di Domenico, le canzoni del prezioso repertorio di uno dei cantautori italiani più rinomati di sempre.

Domenico si definisce un “artista artigianale, poco tecnico”, un cantante che segue più l’interpretazione che la professione in sé, mi dice “è come un libro, non è la tecnica che fa la differenza, non è quello che scrivi ma come lo scrivi, le emozioni che sai suscitare nel lettore. Stessa cosa per il cantante, conta quello che sai trasmettere nel momento in cui la tua interpretazione scatena una sorta di pathos in chi è venuto ad ascoltarti”.

Domenico spesso, durante il nostro incontro, mi ripete di essere un nomade. Nato nella zona ionica della Calabria, in provincia di Crotone, a 10 anni si trasferisce con la famiglia nella grande capitale dove frequenta l’Università La Sapienza, facoltà di Giurisprudenza. In Spagna, a Barcellona, incontra la donna che sarebbe diventata la madre dei suoi 3 figli, di origine bolzanina.

Decide quindi di prestare servizio militare proprio a Bolzano e finito l’anno obbligatorio vince il concorso in Marina Militare, dapprima si trasferisce con la famiglia a Livorno, riceve poi il suo primo incarico nella città di Savona come Ufficiale. Un anno dopo viene trasferito al Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, Guardia Costiera a Roma. Un uomo che ha arato la penisola seguendo l’inclinazione stessa di Faber, racchiusa nel suo album Anime salve con il concetto chiave, quello del nomadismo, che si srotola in Khorakanè (a forza di essere vento).

Il messaggio che viene trasmesso, e che Domenico ha fatto suo attraverso i suoi continui movimenti di vita, è che non servono giustificazioni, motivi e ragioni validi per intraprendere un viaggio, semplicemente perché questo s’inscrive nella vita stessa. E’ la vita con le sue vicissitudini che ha portato Domenico a riscoprire questa meravigliosa passione per il canto e per l’interpretazione dando omaggio, oltre al grande Fabrizio De Andrè, anche ad altri monumenti della canzone italiana come Vinicio Capossela, Pino Daniele, Silvestri, Lucio Dalla, Francesco De Gregori ed altri.

Per questo onorevole nuovo disegno artistico nasce il progetto musicale B-Folk (fine dicitore della zappa prestato alla musica), che vede sempre Domenico protagonista del microfono assieme ad altri cinque musicisti, uniti per diffondere le tradizioni vocali italiane proponendo al pubblico sonorità mediterranee influenzate da vari generi musicali, quali il blues, le pizziche, le tarante e il tango ricreando la tipica allegria delle feste folcloristiche di paese. E’ il lato B del folk che Domenico ha ripescato in questo arare la penisola riuscendo a portarsi dietro i suoi molteplici significati artistici che ha riposto con maestria in questo progetto.

Mi giro e guardo nuovamente l’austerità di quella toga che ci osserva, che ci ha ascoltato, che ha percepito la vita di Domenico fuori dalle mura di quello studio, uno studio in cui risuonano buon senso ed umiltà, equilibrio e rispetto, professionalità, ricerca di Verità e Giustizia, essere e non apparire. Un viaggio straordinario anche quello dell’avvocatura, stimolante nell’approccio personalizzato che Domenico riesce a dare alle pratiche che segue. In tale contesto si trova lui, il professionista, il cantante che, quotidianamente diviene protagonista di scelte nelle quali l’aspetto tecnico ed appunto professionale è strettamente correlato a quello umano.

La “Fabrizio De Andrè Ensemble” la vedremo dal vivo nelle prossime date, 25 giugno in località Ronchi dei Legionari e 28 agosto ad Auronzo di Cadore. Prossimo appuntamento invece con il progetto B-Folk il 19 giugno 2021 all’Hotel Terme a Merano.

 

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