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Italia ed estero

“Fast and Furios”, rapinarono rumeno all’Adunata degli Alpini: presa la banda dei furti di auto

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E’ stata fermata nel corso di un’operazione condotta dalla Squadra mobile di Trento in collaborazione con compartimento della Polizia stradale di Bolzano la banda dei furti d’auto che lo scorso 13 maggio, in occasione dell’Adunata nazionale degli alpini aveva rapinato un cittadino rumeno portandogli via 2mila euro in contanti e l’autovettura.

La compagine, composta da tre albanesi di 43 e 37 anni e da una 41enne originaria di Reggio Calabria, era dedita a rapine e alla ricettazione di parti di automobili provento di furto.

Il rumeno, residente nel Regno Unito, venne aggredito e immobilizzato con fascette da elettricista dai tre uomini che, sotto minaccia di una pistola, gli portarono via la sua BMW e i contanti.

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La Squadra mobile di Trento, dopo aver visionato per ben tre mesi le immagini delle telecamere di videosorveglianza, effettuato le intercettazioni (ben 16mila le chiamate monitorate) è riuscita ad individuare i responsabili e ad arrestarli, oltre che a recuperare 9.400 euro in contanti.

Nel corso delle indagini era emerso che l’auto rapinata era stata smontata con il supporto logistico di una società di autodemolizioni dell’hinterland milanese che commercializza pezzi di ricambio usati. La titolare dell’azienda è risultata essere la convivente di uno dei malviventi.

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Grazie alla collaborazione della Polizia Stradale di Bolzano è stato possibile infine risalire al mezzo smontato e a recuperare molti dei pezzi destinati alla rivendita sul mercato.

L’area in cui si effettuava il recupero e lo smontaggio dei veicoli rottamati con sede a Gaggiano, era dunque gestita da uno dei coindagati: nel corso di una prima perquisizione nella struttura sono infatti stati individuati molti pezzi smontati compatibili con la BMW 535 GT sottratta al malcapitato.

 

E’ inoltre emerso il meccanismo che permetteva all’organizzazione criminale di individuare le macchine di interesse: la banda utilizzava infatti un ricevitore GPS che monitorava gli spostamenti dei veicoli presi di mira e un rilevatore di microspie per isolare eventuali sistemi elettronici di intercettazione usati dalle Forze dell’ordine.

Sotto, la donna della banda posta ora agli arresti domiciliari.

Il procuratore capo di Trento Sandro Raimondi con il capo della Squadra mobile di Trento, Salvatore Ascione

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