Politica
La Lega entra in consiglio e fa la Storia: il Carroccio primo partito a Bolzano
“Dati incredibili dalla Provincia di Bolzano”
Così Matteo Salvini ha commentato il trionfo della Lega che si conferma primo partito a Bolzano.
“Nel 2013 la Lega, insieme a Forza Italia, prendeva solamente il 2,5% dei voti.
Oggi per ora siamo (da soli!) sopra il 15%.
I voti veri, i cittadini, gli Italiani, non ascoltano professoroni, giornaloni, criticoni e burocrati europei, ma chiedono alla Lega di andare avanti con forza.
Per me sarà un onore proseguire, con coraggio e determinazione, sulla strada del cambiamento”.
Dopo una serie di sorpassi la sfida all’ultimo voto per il secondo posto è stata vinta dal tedesco Paul Koellensperger del Team Koellensperger.
L’ex grillino porta a casa il 15% che gli vale sei consiglieri e gli permette di precedere la Lega all’11,1.
Fa un vero miracolo però la Lega Nord a Bolzano dove diventa primo partito (27,8%): sono Massimo Bessone, Giuliano Vettorato, Rita Mattei e Carlo Vettori i quattro neoeletti moschettieri del Carroccio in consiglio provinciale.
N. | Candidato | 2018 | +/- | 2013 |
---|---|---|---|---|
1 | Bessone Massimo | 4.398 | — | |
2 | Vettorato Giuliano | 2.999 | — | |
3 | Mattei Rita | 2.381 | — | |
4 | Vettori Carlo | 2.381 |
Sfida vinta per il vice premier Matteo Salvini quella dell’ingresso trionfale in Alto Adige “facendo sloggiare le sinistre dagli stanzoni provinciali”.
Impresa in realtà solo in parte riuscita ma che può vantare un risultato di tutto rispetto, spinto dal fatto che la Svp ha subito in questa tornata elettorale un’umiliazione politica notevole, forse la più imbarazzante della sua lunga storia:
5 punti percentuali e 11mila voti persi che non solo non permetteranno alla Stella Alpina di governare in prevalente autonomia, ma che addirittura potrebbero portare il partito di raccolta sudtirolese ad alleanze anche con il centrodestra di lingua italiana.
Un segnale per Roma e per un centrosinistra che corre diviso e colleziona fallimenti.
Roberto Bizzo, causa un improvviso raptus di follia estivo scarica il Pd e decide di correre da solo con Noi per l’Alto Adige.
Al voto di domenica 21 ottobre il Partito Democratico evita la sconfitta totale e salva la faccia conservando almeno un consigliere: non parliamo dello storico Tommasini, il quale ora spera nello scambio delle cadreghe con Repetto per tornare a varcare la soglia del consiglio provinciale, ma il risultato non cambia: uomo in consiglio e dignità conservata.
Per l’ex presidente invece non c’è scampo: Bizzo sparisce dalla scena politica altoatesina. Almeno quella che conta.
Un triste epilogo che ricorda la sorte di Ugo Rossi in Trentino, reduce dalla recente rottura con il Pd e candidato con il Patt in solitaria: divorzio che gli è costato la massima poltrona a favore del centrodestra di Fugatti.
Crollo con disonore per il presidente uscente se si pensa che nel 2013 ottenne il 58% di preferenze.
Più in là c’è invece il presidente uscente ma subito riconfermato Arno Kompatscher, alla guida di una Svp più malconcia del solito che ha sì riavuto il mandato dagli elettori, ma che per governare ha bisogno di altri.
Nella precedente tornata, la Svp vinse con il 45,7% dei voti, eleggendo 17 consiglieri su 35 e governando poi con il Pd (due consiglieri).
Oggi gli alfieri a palazzo sono due in meno.
Oltrettutto, il sistema elettorale in provincia di Bolzano è un proporzionale puro che prevede la possibilità di stringere alleanze solamente dopo il voto.
Una volta rottamata l’alleanza Svp-Pd i nuovi scenari non sono dunque difficili da immaginare.
Non si esclude la candidatura di Sandro Repetto (consigliere Pd superstite) alla vice presidenza della giunta, ma resta il fatto che la Volkspartei, dovrà scegliere di allearsi con Paul Köllensperger o con il Carroccio se vuole continuare a governare l’Alto Adige.
4, casualmente, è il numero dei seggi che possono bastare alla Svp per decidere chi far salire sul proprio carro.
Alto Adige: i 35 neo consiglieri provinciali che resteranno in carica per i prossimi cinque anni.
Suedtiroler Volkspartei (15): Arno Kompatscher, Philipp Achammer, Arnold Schuler, Waltraud Deeg, Daniel Alfreider, Franz Thomas Locher, Thomas Widmann, Josef Noggler, Maria Magdalena Hochgruber Kuenzer, Gerhard Lanz, Helmuth Renzler, Manfred Vallazza, Helmut Tauber, Jasmin Ladurner e Magdalena Amhof.
Team Köllensperger (6): Paul Köllensperger, Alex Ploner, Franz Ploner, Josef Unterholzner, Maria Elisabeth Rieder e Peter Faistnauer.
Lega (4): Massimo Bessone (gruppo linguistico italiano), Giuliano Vettorato (italiano), Rita Mattei (italiano) e Carlo Vettori (italiano).
Verdi (3): Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba (italiano) e Hanspeter Staffler.
Die Freiheitlichen (2): Ulli Mair ed Andreas Leiter Reber.
Suedtiroler Freiheit (2): Sven Knoll e Myrian Atz Tammerle.
Partito Democratico (1): Sandro Repetto (italiano).
M5S (1): Diego Nicolini (italiano).
L’Alto Adige nel Cuore (1): Alessandro Urzì (italiano).
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