Trentino
Mak costruzioni riqualifica il lago Santo: al posto dell’ecomostro quindici chalet
È giunto il momento di posare l’ultimo, fondamentale tassello per il rilancio del Lago Santo. A guidare l’operazione è la ditta Mak costruzioni gestita dai fratelli Mirko e Andrea Pellegrini, che cinque anni fa hanno acquistato l’ex albergo affacciato sulla riva sud del lago, un edificio abbandonato e in stato di degrado da decenni. «Vederlo in quelle condizioni ci piangeva il cuore – spiega Mirko Pellegrini amministratore della Mak Costruzioni – è il nostro lago, al quale io e mio fratello siamo molto affezionati. Per questo avevamo deciso di acquistare il rudere cinque anni fa sapendo che prima o poi avremmo valorizzato la zona»
“Giovedì i nostri tecnici hanno delineato il piano attuativo da presentare al Comune di Cembra-Lisignago,” annuncia lo stesso Mirko Pellegrini, e hanno depositato la documentazione in comune. Il progetto prevede l’abbattimento dell’ecomostro e la costruzione di 15 chalet molto carini che serviranno per dare l’imput ad una nuova trasformazione della zona e una rivalorizzazione che porterà di nuovo il turismo nella zona.»
In caso questo progetto fosse per qualche motivo bocciato nessun problema: la Mak costruzione demolirà il vecchio rudere e costruirà un mega albergo. Un’operazione quantificata in circa due milioni di euro.
I Tempi? «Dal momento dell’incarico circa un anno» – conferma Pellegrini.
Sebbene l’iniziativa sia di stampo privato, il Comune avrà un ruolo chiave nell’integrare l’investimento in una visione turistica più ampia per la valorizzazione del Lago Santo.
Negli anni scorsi, le amministrazioni locali hanno infatti realizzato infrastrutture essenziali per l’area, come la rete fognaria, nuovi parcheggi, la bonifica delle rive e un pontile sulla sponda nord.
L’ultima discussione sul progetto, avvenuta alla fine del 2022, prevedeva la conversione dell’edificio in una serie di piccoli chalet, circa sei unità, in una formula di albergo diffuso con un’area comune dedicata ai servizi per gli ospiti. Ora da progetto gli chalet sono diventati 15.
Già prima della pandemia, Mak e Comune avevano esplorato diverse ipotesi per riqualificare un’area ormai degradata e usata come discarica a cielo aperto e sotto l’ampio tetto dell’edificio. “Abbiamo trovato rifiuti di ogni tipo,” ricorda Pellegrini, “ma la maggior parte è stata rimossa. Fortunatamente, le prime verifiche non hanno evidenziato la necessità di ulteriori interventi nel sottosuolo.”
Il Comune ha inoltre espresso apertura verso un accordo pubblico-privato per l’approvazione di una variante urbanistica che possa agevolare il progetto.
Tra le ipotesi, quella di realizzare una viabilità alternativa, eliminando il traffico veicolare dalla strada attuale.
Si valuta una nuova strada a monte, sfruttando una forestale esistente che termina nei pressi del vecchio albergo, con nuovi parcheggi che faciliterebbero l’accesso all’area.
Qualunque soluzione emerga dal progetto privato dovrà rispettare il “Piano baite” del Comune, che impone l’uso di materiali tradizionali come legno e pietra per mantenere l’armonia con l’ambiente naturale del Lago Santo che ora punta davvero a rinascere.
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