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Alto Adige

Media in Alto Adige e Trentino, Robin e CCI: “No ai monopoli. Lettera aperta per il pluralismo dell’informazione”

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Le associazioni dei consumatori segnalano “una situazione critica del pluralismo dei media nella regione del Trentino Alto Adige, poiché un unico gruppo centralizza quasi l’80% delle risorse editoriali e informative”.

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Con una lettera aperta alle autorità, le associazioni di tutela dei consumatori Robin e Centro Consumatori Italia si stanno battendo per la tutela del pluralismo informativo in Alto Adige e in Trentino. Oltre a una procedura d’infrazione contro l’Italia, si sta considerando anche una “class action” e una procedura di abrogazione della legge Gasparri.

Il documento (qui il link Lettera aperta sul pluralismo – 25.01.2022) è stato redatto con l’assistenza dell’avvocato Massimo Cerniglia, esperto dei problemi del pluralismo dell’informazione e consulente legale dell’Associazione della Stampa.

La missiva parte dalla constatazione che “il pluralismo dei media è un valore della Costituzione e dell’Unione Europea e si esprime non solo nel diritto ad informare, ma anche nel diritto ad essere informati in maniera obiettiva, democratica e libera da vincoli economici o politici.

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Si segnala, quindi, in modo chiaro e documentato, la situazione critica del pluralismo dei media nella regione del Trentino Alto Adige, poiché un unico gruppo, Athesia, centralizza quasi l’80% delle risorse editoriali e informative“.

Si legge ancora nella nota: “Questa intollerabile situazione è resa possibile dalla legge Gasparri, che elimina le precedenti restrizioni alla concentrazione dei media, scavalcando così quanto stabilito in numerose sentenze della Corte Costituzionale, in particolare nella sentenza n. 466 del 2002, che ha dichiarato l’incostituzionalità della legge Maccanico in risposta a un ricorso dell’Avv. Cerniglia.

Le associazioni dei consumatori chiedono, quindi, alla Commissione europea di avviare una procedura di infrazione contro l’Italia per violazione dell’articolo 11 della Carta UE.

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Tra le altre iniziative, le associazioni annunciano il lancio di una ‘class action’ per proteggere il diritto soggettivo dei cittadini e delle imprese al pluralismo“.

Il direttore dell’associazione dei consumatori Robin, Walther Andreaus e il presidente del Centro Consumatori Italia, Rosario Trefiletti ritengono fondamentale “che sia garantita un’offerta mediatica pluralista, perché senza un libero scambio di opinioni e senza un’informazione diversificata la democrazia non può funzionare.

Sostenere un monopolio dei media anche con milioni di euro di contributi pubblici è irresponsabile e ingiustificabile. Il mezzo più appropriato per ricollegare gli interessi personali dei media e dei giornalisti agli interessi del pubblico rimangono la concorrenza tra i media e i diritti personali dei cittadini“.

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