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Italia & Estero

Medioriente e Golfo Persico: l’UE ancora marginale, Di Maio verso la riconferma

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In questi due anni in Medioriente e dintorni è accaduto purtroppo di tutto: terrorismo, guerra, regimi rovesciati, migrazioni, segnali di rinascita del Califfato (Isis), povertà e malattie, il possibile espansionismo della Turchia ed annesso pericolo di genocidio dei Curdi.

Nel Golfo Persico in particolare la deriva terroristica dello Yemen ed i venti di guerra nelle acque antistanti con la presenza di navi militari di mezzo mondo a fare scorta ai trasporti commerciali. Qualcuno di buona ed attenta memoria ricorderà la nomina nell’estate 2023 da parte della Commissione UE guidata da Ursula Von der Leyen, su riconoscente spinta di Mario Draghi, a delegato UE per il Golfo Persico – e dunque indirettamente per il Medioriente – di Luigi di Maio, ex M5S.



Chi scrive non ricorda però nessun articolo di giornale o notizia televisiva in merito al lavoro svolto in quest’ultimo anno e mezzo da Luigi di Maio e sì che di materiale su cui lavorare ce n’era e parecchio, a cominciare, ad esempio, dalle difficili trattative tra Israele ed i terroristi di Hamas svoltesi e tutt’ora pendenti in Qatar, ubicato proprio nel Golfo Persico e quindi nella sua competenza “territoriale”. O la trattativa con l’Iran sul caso della giornalista Sala.

UE che avrebbe avuto invece pieno interesse a svolgere parte attiva in tali azioni di mediazione, sia per proprio prestigio, sia per dimostrare di essere soggetto che ancora conta  nello scacchiere mondiale, ora come ora diviso tra Est ed Ovest. Sappiamo tutti come è andata e come sta andando.

La notizia pertanto di una probabile riconferma sino al 2027 di Luigi di Maio nell’ incarico,  per dichiarazione ufficiale della vicepresidente della Commissione UE Kaja Kallas, è un segnale a mio parere preoccupante sulla pervicace continuità della linea politica della nuova Commissione Von der Leyen, nonostante l’ evidente bilancio fallimentare della precedente gestione ed il vento elettorale contrario in tutt’ Europa, di cui continuerebbe a non tenerne conto.

a cura di Stefano Sforzellini

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