Italia & Estero
Disservizi sulla rete ferroviaria: un caos che chiede risposte urgenti

I recenti disservizi sulla rete ferroviaria, peraltro verificatisi in giorni consecutivi, a scacchiera in nodi fondamentali della rete italiana ed in orari critici, con forti ripercussioni sul traffico ferroviario per parecchie ore, ha determinato le opposizioni a convocare in Parlamento il ministro dei Trasporti Salvini per riferire e per ottenerne le dimissioni.
Operazione a mio parere meramente politica che si commenta da sola, considerato lo stato di obsolescenza in cui la rete ferroviaria versa causa mancata programmazione di investimenti almeno da cinquant’ anni a questa parte e dei pesanti tagli imposti dalla sinistra negli ultimi quindici anni.
Solo nel 2022 si è iniziato a mettere mano alla ristrutturazione della rete con un piano industriale decennale (qui: https://www.rfi.it/it/news-e-media/comunicati-stampa-e-news/2022/5/16/gruppo-fs–piano-industriale-2022-2031–190-miliardi-per-uno-svi.html ) di una certa importanza, ristrutturazione concretamente partita un anno dopo anche con i fondi europei ed oggi con i fondi del PNRR, cui vanno ricondotti i tanti cantieri che costellano la rete tutt’oggi.
A chi ora deposita interpellanze e chiede dimissioni, l’utente ferroviario chiede perchè invece che investire a suo tempo in un settore potenzialmente green e quindi a loro affine, nei decenni scorsi si sia proceduto a tagli lineari, chiusure di piccole stazioni, soppressione di treni locali, sottodimensionamento delle corse per pendolari, abbandono delle stazioni.
Domande che rimarranno senza risposta, teme chi scrive.
Come rimarranno sulla carta o rallentati nei cantieri aperti per tanti anni a venire i lavori di ristrutturazione della rete ferroviaria e delle infrastrutture connesse, stante la burocrazia, gli interessi piccoli piccoli locali, pubblici e privati, spesso l’ ambientalismo più miope e integralista, la farraginosità del meccanismo degli appalti vinti dalle solite ditte. Tutti mali questi ereditati a mio parere dal cinquantennale modo di gestire l’economia e la politica in maniera clientelare del centrosinistra.
E ora che il vento elettorale è girato dall’ altra parte, per la conservazione di quello status quo si organizzano scioperi e manifestazioni pressochè ogni venerdì e sabato ove si incita alla “rivolta sociale”, con il rischio che qualcuno prenda il diktat alla lettera e provveda di conseguenza.
Non è un caso che RFI abbia provveduto ieri ad informare la magistratura con un esposto sui “guasti” che ha ragione di credere essere di tutt’altra natura, dato che se ne sono verificati ben 6 tra l’ 11 ed il 15 gennaio e precisamente l’ 11 gennaio i due pantografi rotti in contemporanea su due Frecce a Milano Centrale; il 13 rottura di una deviazione sulla Roma-Napoli; il 14 la rottura di una rotaia sulla Firenze- Roma ad Arezzo; stesso giorno sulla Firenze -Chiusi guasto agli interruttori degli scambi; stesso giorno e stesso guasto a Roma Termini con in più una disalimentazione totale della linea elettrica; ieri la stessa cosa, sempre a Roma in un deposito manutenzione treni AV.
Troppi e troppo ravvicinati nel tempo ed in punti cruciali della rete a danno dei treni AV, con ripercussioni a cascata sugli altri convogli, per essere casuali.
a cura di Stefano Sforzellini
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