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Morto Francesco Saverio Borrelli. Bobo Craxi: “Con Mani Pulite guidò un colpo di Stato”

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Francesco Saverio Borrelli è morto oggi (20 luglio) all’età di 89 anni nell’hospice Floriani dell’Istituto nazionale dei Tumori di Milano, dove era ricoverato.

Accanto a lui fino all’ultimo momento la moglie Maria Laura e i figli Andrea e Federica.

Il magistrato era nato a Napoli il 12 aprile del 1930, passò a Milano tutta la sua carriera indossando la toga per ben 47 anni e rendendosi protagonista delle maggiori inchieste del Paese, tra cui Tangentopoli.



Fu infatti a capo del pool di Mani Pulite che coordinò con il suo vice Gerardo D’Ambrosio (deceduto nel 2014) ai tempi in cui era Procuratore della Repubblica ed ex procuratore generale di Milano.

Borrelli, trasferitosi in gioventù a Firenze, studiò al conservatorio e si laureò in legge con una tesi della quale relatore fu Piero Calamandrei.

Vinto il concorso nel 1955, entrò in magistratura come giudice civile a Milano, nel palazzo dove il padre era la più alta carica. Passò poi all’area penalistica. Negli anni Sessanta fu tra i fondatori della corrente di Magistratura Democratica.

La camera ardente sarà aperta lunedì 22 luglio dalle 9.30 alle 12 a Palazzo di Giustizia.

“Ha servito con fedeltà la Repubblica”: cordoglio e ammirazione sono stati espressi da parte del mondo politico e della magistratura: Fico, Zingaretti, Mattarella, l’attuale procuratore capo di Milano Gerardo Greco ma anche l’ex premier Gentiloni.

Commenta Bobo Craxi: “E’ stato a suo modo un protagonista della storia di questo Paese, espressione di una funzione di scardinamento delle forze che all’epoca erano al governo. Fu una delle punte di diamante di quello che io considero un colpo di Stato, il sovvertimento di un organo dello Stato da parte di un altro. Comunque la guerra è finita. Negli anni successivi ha riflettuto sul disastro compiuto”.

Anche Stefano Cagliari ha espresso la sua personale opinione su quello che uno dei personaggi più discussi dei primi anni ’90, quel Gabriele Cagliari che si suicidò a San Vittore nel 1993 perché accusato di aver autorizzato tangenti per Eni.

“Quando una persona manca è sempre un dispiacere – ha affermato – . Personalmente non ho niente contro Borrelli, anche se ritengo abbia fatto molti danni a questo Paese”.

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