Economia e Finanza
Nuove regole bancarie europee, Cna: “Molte Pmi in regione non reggeranno”
Le nuove regole bancarie europee rischiano di portare al default migliaia di imprese del Trentino Alto Adige. È urgente un cambio di rotta a livello europeo, ma sono necessari anche interventi territoriali, promossi dalle Province Autonome, per aiutare le piccole e micro imprese a patrimonializzarsi, mentre per i piccoli imprenditori è sempre più indispensabile una formazione che arricchisca la capacità di saper fare con competenze proprie del saper gestire imprese, liquidità, risparmi e flussi di cassa.
Anche i vertici di CNA Trentino sono preoccupati per questo imminente problema. “Occorre – afferma Claudio Corrarati, presidente di CNA regionale – che una serie di criticità nel quadro regolamentare bancario vengano superate per evitare che situazioni di temporanea difficoltà delle imprese si trasformino in crisi irreversibili per effetto degli automatismi incorporati in alcune norme di primo e secondo livello e in una restrizione dell’offerta di credito esiziale nel contesto attuale. Per capirci, basta uno scoperto di 100 euro per tre mesi consecutivi e l’impresa viene classificata in default dalla banca. Il tutto nasce da un Regolamento europeo del 2017 basato su linee guida del 2016, in una condizione distantissima dall’attuale crisi per la pandemia”.
Secondo la CNA “Una norma restrittiva, come quella che limita a 90 giorni il periodo di ritardo di pagamento ammesso, con l’applicazione, da gennaio 2021, di nuove e più restrittive soglie per gli importi scaduti, nonché i nuovi criteri per il trattamento dei crediti ristrutturati, rischiano di determinare la classificazione a default di un numero ingentissimo di imprese, comunque sane. Queste imprese perderebbero l’accesso al credito, con quello che ne consegue in termini di prospettive di ripresa”.
E’ indispensabile evitare che, alla classificazione di un credito come deteriorato, consegua in tempi troppo stretti e predeterminati l’imposizione di coperture a carico delle banche fino all’annullamento del valore del credito (“calendar provisioning”).
“Un approccio di questo tipo, che in induce le banche a restringere i criteri di concessione del credito – afferma CNA regionale – appare particolarmente dannoso in questo momento, in quanto introduce un incentivo perverso a favore della cessione del credito, al primo segno di deterioramento, al di fuori del circuito del mercato bancario regolamentato, invece di incoraggiare la banca ad accompagnare il cliente in un percorso di ristrutturazione”.
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