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Val Venosta

Scommesse troppo vicine a scuola e chiesa: chiusa la sala di Silandro, il Consiglio di Stato dice no al ricorso

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Una sala scommesse di Silandro, in provincia di Bolzano, dovrà chiudere i battenti o trovare una nuova sede. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso presentato dal titolare dell’attività contro la revoca dell’autorizzazione disposta dalla Provincia Autonoma di Bolzano. Il motivo? La violazione delle distanze minime dai cosiddetti “luoghi sensibili”, come scuole, chiese, ospedali e centri di assistenza, previste dalla normativa provinciale.

Il caso arriva dopo una prima bocciatura da parte del Tar di Bolzano, l’8 marzo 2023. L’esercente aveva deciso di proseguire la battaglia legale, sostenendo che la legge locale fosse “incostituzionale perché lesiva della libertà d’impresa (art. 41 della Costituzione) e del principio di uguaglianza (art. 3)”. Inoltre, secondo l’appellante, la normativa avrebbe prodotto un “effetto espulsivo illegittimo”, rendendo impossibile aprire o mantenere attività di gioco lecito in tutto il territorio comunale. A tutto ciò si aggiungeva, secondo la difesa, una mancanza di coordinamento tra la norma provinciale e quella statale.

Per fare chiarezza, il Consiglio di Stato ha disposto una verifica tecnica, affidata al Direttore del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Padova. L’indagine ha confermato che la sala scommesse in questione è l’unica presente a Silandro, con un ruolo dominante nel mercato locale e un fatturato stimato superiore ai 3,5 milioni di euro. Tuttavia, è emerso anche che il punto vendita si trova troppo vicino a diversi luoghi sensibili, in violazione delle distanze previste dalla legge.



Il colpo di scena arriva proprio dalla verifica tecnica: “Nel territorio comunale esistono aree alternative dove l’attività può essere trasferita, senza incorrere in un effetto espulsivo”. Il Piano Urbanistico Comunale, che tiene conto anche dei vicini Comuni di Laces e Lasa (entro un raggio di 5 km), mostra infatti la presenza di zone idonee in cui la sala giochi potrebbe essere ricollocata legalmente.

Il Consiglio di Stato ha quindi ritenuto infondato il ricorso, confermando la legittimità della legge provinciale e la sua applicazione al caso specifico. La decisione si allinea a quanto già affermato dalla Corte Costituzionale nel 2019, che aveva riconosciuto la validità delle norme regionali tese a tutelare la salute pubblica attraverso la limitazione della diffusione del gioco patologico.

La sentenza rafforza il principio secondo cui il contrasto alla ludopatia passa anche attraverso una rigorosa pianificazione urbanistica. “La legge non ha effetti espulsivi, ma consente una ricollocazione dell’attività in aree conformi”, sottolinea il Collegio. E per la sala di Silandro, la scelta è ormai obbligata: chiudere o spostarsi.

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